L’assedio della ex «Hai abbandonato una donna incinta»
BELLUNO. «Hai abbandonato una donna incinta». Cartoline al lavoro farcite di insulti, appostamenti sotto casa, telefonate notturne, un manifesto appeso in centro e perfino un biglietto sulla tomba del padre. Una donna e un uomo sono a processo con le accuse di ingiurie e diffamazione ai danni dell’ex fidanzato di lei. La vicenda risale a diversi anni fa, in un lungo periodo compreso tra il 2007 e il 2009 e tutto iniziò quando la parte civile, G.R. (avvocato Silvia Dolif) lasciò la fidanzata, P.G. difesa dall’avvocato Raffaella Mario. La donna iniziò a tampinarlo con telefonate e messaggi, ma siccome l’uomo non rispondeva, lei iniziò a spedirgli delle cartoline e anche un’ecografia sul posto di lavoro, una concessionaria di auto bellunese. Le cartoline, che facevano il giro dell’azienda e quindi potevano essere viste e lette da tutti, contenevano molte offese concentrate sul fatto che l’uomo aveva lasciato la fidanzata incurante del suo stato interessante. L’uomo, convinto di non aver messo incinta la ex, si informò dalla sorella di lei e dopo aver capito che la storia non reggeva, decise di continuare ad ignorarla.
A quel punto la sua vita diventò veramente difficile, perché ovunque, dal posto di lavoro al paese di residenza, si diffuse la voce messa in circolazione dalla ex. Una mattina, sulla cabina telefonica davanti all’ufficio delle poste, comparse anche un manifesto pieno di ingiurie e di accuse; mentre nella casa dove viveva con la madre e la sorella il telefono doveva essere staccato per riuscire a dormire la notte. I vicini notarono anche una macchina che stava appostata sotto l’abitazione e, dopo un inseguimento, i carabinieri identificarono alla guida il secondo imputato M.D. (avvocato Margherita De Castello) mentre la donna era nascosta tra i sedili. Ieri, oltre alla parte offesa e ad alcuni colleghi testimoni, sono stati ascoltati i due periti grafologici di parte. Secondo il perito dell’accusa i documenti analizzati sono stati scritti da quattro persone, due delle quali sono “con certezza tecnica” da attribuire ai due imputati; mentre per il perito della difesa non c’è nessuna sicurezza nell’attribuzione degli scritti. Il processo è stato rinviato al 9 giugno per la nomina di un ctu che metta chiarezza.
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