L’apparecchio non c’è, assolto

Il dentista dell’Usl 1 era accusato di abuso d’ufficio per non aver curato un uomo, ma non aveva scelta
Di Irene Aliprandi

BELLUNO. Non ci fu alcun abuso d’ufficio da parte del dentista Cesare Werlick. Si è concluso con l’assoluzione il rito abbreviato condizionato scelto dalla difesa nel procedimento a carico di un medico odontoiatra in servizio all’Usl 1 nella sede di via Feltre, di fatto l’unico dentista “pubblico” presente in città. Nel febbraio 2010 nello studio del dottor Werlick (difeso dall’avvocato Marco Cason) si presentò un giovane albanese, che soffriva di un problema complesso per il quale era necessaria un terapia canalare, che richiede l’uso di un apparecchio radiografico endorale.

Quello strumento non era presente, non lo è mai stato, nella disponibilità dell’Usl 1 di Belluno e il dentista ha spiegato al paziente che non poteva risolvere il suo problema, se non alleviare il dolore con degli antibiotici. Il medico firmò un certificato di esenzione dal ticket all’uomo e gli fece l’elenco delle strutture cui rivolgersi gratuitamente.

L’albanese però non si arrese e continuò ad insistere, sia quel giorno che nei giorni successivi. Anziché rivolgersi ad una delle strutture suggerite, infatti, l’uomo andò da un odontoiatra (ma privato) che fece un preventivo 470 euro e con quel documento tornò da Werlick armato di registratore. Nella registrazione si sente il dentista che, esasperato, dice al paziente di avere quell’apparecchio nel suo studio privato, ma non poteva che essere una provocazione visto che lo studio del dentista era chiuso da tre anni. A mettere davvero nei guai Werlick e a mandare fuori strada la procura, è stata una dichiarazione rilasciata dall’allora direttore sanitario, Lucio Di Silvio, il quale dichiarò che quel macchinario era tra le dotazioni dell’Usl 1. Secondo l’accusa, dunque, il dentista mentì allo scopo di dirottare il paziente nel suo studio privato a pagamento. Ma il dentista aveva affermato la verità, fatto provato con molteplici fonti dalla difesa, che ha addirittura prodotto l’inventario completo di tutti i macchinari presenti nelle strutture bellunesi dell’Usl 1, dall’ospedale a via Feltre. Durante l’abbreviato di ieri, inoltre, è stato chiamato a testimoniare un dirigente dell’azienda sanitaria, che ha confermato l’assenza dello strumento. La procura ha chiesto la condanna a 8 mesi, ma il gip Vincenzo Sgubbi ha ritenuto provata l’innocenza dell’imputato.

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