Lago del Corlo basso preoccupazioni per la siccità nella pianura veneta

BELLUNO. Allarme per la siccità. Sotto controllo fiumi e laghi, soprattutto quello del Corlo di Arsiè.
«Nelle campagne venete il 2019 rischia di replicare la ‘grande sete’ del 2017, l’anno più caldo e più arido dal 1961 – ha dichiarato ieri il governatore Zaia -. Preoccupano già i livelli degli invasi, in particolare quello del Corlo, oggi al 41% del volume: dal lago bellunese dipende l’intero sistema idrico del Brenta che serve in particolare il Padovano e il basso Veneziano».
Il cambiamento climatico in corso va affrontato ‘a monte’, cioè in provincia di Belluno, con una attenta programmazione e gestione della risorsa idrica. Ma qual è oggi la situazione dei bacini montani? «Nella prima metà di marzo – si legge nell’ultimo bollettino dell’Arpav - andamento in forte crescita del volume nei principali serbatoi del Piave, su valori al 15 marzo di circa 120 Mm3 (+25 Mm3 rispetto alla fine di febbraio) corrispondenti al 71% del volume massimo invasabile».
Arpav conferma che questo volume rappresenta il massimo storico per il periodo (dal 1995) con uno scarto sulla media di +44%, appena sopra il valore di metà marzo 2017 (+1%) e più del doppio del 2012 (+122%). Questo stesso andamento è riscontrabile sui serbatoi di Pieve di Cadore (ora all’87% di riempimento, massimo storico per il periodo e +90% sulla media, più che doppio rispetto al 2018 e appena sopra il 2017, oltre 7 volte il 2012) e Mis (ora al 72% di riempimento, +49% sulla media, quasi 10 Mm3 in più del 2012).
In calo, invece, il volume invasato a Santa Croce: al 63% di riempimento, poco sopra la media e comunque superiore al 2012 (+66%). Andamento in calo (già dalla prima decade di febbraio) nel sul serbatoio del Corlo, su valori a metà marzo di 15.6 Mm3 (-2.6 Mm3 dalla fine di febbraio), pari al 41% del volume invasabile, poco sotto la media del periodo (-14%).
E proprio qui sta il problema. Questo volume è il più basso degli ultimi anni – ammette l’Arpav - risultando di poco inferiore a quello presente a metà marzo 2018 (-5%), 2012 (-9%) e sostanzialmente uguale al 2007 (+1%). Sul Corlo, si sa, si sono fatti tanti progetti ai fini dell’irrigazione, ma in queste condizioni non è ovviamente ‘sfruttabile’.
«Un po’ più di precipitazioni, in questi giorni, non farebbero assolutamente male» ammette Marianna Hofer, sindaco di Valle, osservando il bacino sottostante, che, fra l’altro, è stato il primo ad essere ripulito dalle piante finite in acqua dopo la tempesta Vaia. Un auspicio, quello della pioggia, condiviso dal sindaco di Calalzo, Luca De Carlo. «Il lago di Centro Cadore mi sembra comunque in condizioni sufficientemente tranquille, anche se ha l’esigenza di essere liberato dai numerosi tronchi che galleggiano».
Il deflusso sui bacini del Boite e del Fiorentina è stato, nei primi giorni di marzo, sopra la norma del periodo, anche grazie all’ultima nevicata. Sul bacino del torrente Sonna a Feltre, invece, i deflussi sono stati in leggero calo nella prima metà del mese, con valori inferiori (-22% sulla media mensile storica). Una situazione un po’ contradditoria, insomma. Al 15 marzo le portate dei maggiori fiumi veneti, in calo dopo la morbida d’inizio febbraio, sono tornate inferiori alla media. —
Francesco Dal Mas
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