Lago Centro Cadore ancora senza acqua, «La fauna ittica così scompare»

Non bastavano le conseguenze dell’ormai annoso fenomeno della laminazione: per il lago di Centro Cadore i problemi sembrano non finire mai. L’ultimo in ordine di tempo rimanda ai lavori in corso sul ponte di Vallesella che hanno costretto Enel Green Power ad abbassare ulteriormente i livelli del bacino per permettere la lavorazione in sicurezza sui piloni.
Risultato? Il lago, almeno nella parte più a ridosso del ponte di Vallesella, si presenta come una distesa di sabbia con conseguenze disastrose per la fauna ittica, già sofferente.
«Abbiamo chiesto in via urgente un incontro all’assessore provinciale Franco De Bon che ha accolto la nostra richiesta», ha annunciato il referente del bacino di pesca numero 4 del lago Giuseppe Giacobbi, «ci incontreremo in Comune a Domegge giovedì (domani, ndr) alle 10. A De Bon chiederemo un intervento di salvaguardia della fauna ittica attualmente presente nel lago ma anche di quella futura».
L’emergenza dettata dai lavori sul ponte di Vallesella durerà fino alla primavera. Questo significa che il lago di Centro Cadore resterà con i livelli più bassi di sempre ancora per diversi mesi.
«In questo momento la fauna ittica è tutta concentrata nell’unico specchio d’acqua dove i livelli sono ancora accettabili», ha aggiunto Giacobbi, «in queste condizioni non avrà vita lunga. Anche perché continuiamo a dover fare i conti con un altro gravoso problema relativo alla presenza massiccia di cormorani con cui abbiamo dovuto convivere per tutta l’estate. I cormorani hanno vita fin troppo facile trovandosi i pesci concentrati in pochi metri d’acqua. Per questi ultimi significa morte certa e per noi un altro grave problema che non siamo più in grado di gestire».
Tanti dunque i punti all’ordine del giorno, motivo per cui è stato richiesto a gran voce un incontro alle autorità.
«Niente da dire sui lavori al ponte, siamo ben consapevoli della loro importanza», ha sottolineato Giacobbi, «più difficile da digerire è il problema della laminazione. Da questo punto di vista, nonostante le mille battaglie fin qui effettuate, continuiamo solo a sbattere la testa visto che nessuno vuole davvero prendersi cura del caso con l’obiettivo di risolverlo. Se poi ci mettiamo pure i livelli ancora più bassi che significano morte certa della fauna ittica e la presenza massiccia dei cormorani, non più gestibili, il quadro generale è a dir poco fosco».
Giacobbi, per conto del bacino di pesca, chiede chiarezza.
«Siamo sempre gli ultimi a sapere le cose, parlo da cittadino. Eppure la comunità chiede risposte da tempo. Speriamo che l’incontro con De Bon possa servire a fare chiarezza su tanti, forse troppi aspetti di cui ci sfugge il senso».
Capitolo a parte, come detto, è quello relativo alla presenza di cormorani sul lago.
«È un problema che ci portiamo avanti dall’inizio dell’estate», ha concluso amareggiato Giacobbi, «il lago è in grado di gestire una decina di esemplari, noi invece ce ne ritroviamo ormai stabilmente un centinaio dei 140 che avevamo contato ad inizio estate».
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