Ladri di bici elettriche il giudice convalida gli arresti della polizia

belluno. Vasilica Ciobanu agli arresti domiciliari, resta invece in carcere Ivan Kucherian, l’ucraino irregolare e senza fissa dimora, che ha anche dei precedenti. Ieri i due stranieri arrestati dalla polizia di Cortina per il furto di biciclette, sono comparsi davanti al Gip Elisabetta Scolozzi. Per loro l’accusa di furto aggravato.

Il giudice delle indagini preliminari ha accolto le richieste del pubblico ministero, titolare dell’inchiesta sui ladri seriali di bici elettriche nei campeggi, Katjuscia D’Orlando: il sostituto aveva chiesto la misura cautelare in carcere per il cittadino irregolare con precedenti penali. E gli arresti domiciliari per il rumeno Ciobanu (difeso dall’avvocato Monica Barzon), che invece risulta incensurato e residente a Mestre, dove ha famiglia.

L’arresto di entrambi, operato d’iniziativa dalle pattuglie del Commissariato di Cortina, è stato convalidato dal giudice che ha poi applicato le misure differenti richieste: Kucherian, difeso dall’avvocato Sabrina Casagrande, resta in carcere in quanto irregolare e senza fissa dimora, per pericolo di fuga e pericolo di reiterazione del reato (ha anche precedenti specifici).

Per i due stranieri l’evidenza era innegabile: la polizia coordinata dal dirigente del commissariato Luigi Petrillo li ha praticamente colti con le mani nel sacco, sabato scorso.

Hanno entrambi ammesso di aver rubato le biciclette: nel Voyager sul quale stavano viaggiando lungo la statale di Alemagna, erano state smontate sei mountain bike, tre delle quali elettriche, rubate al Caravan park di Sesto Pusteria, un’ora e mezza prima che fossero beccati dalle Volanti.

Dicono anche di non sapere nulla di tutti gli altri diciassette furti di biciclette avvenuti negli altri camping della provincia di Belluno, da Cortina ad Auronzo all’Alpago.

Per ora vengono loro contestati solo gli episodi di Sesto ma gli inquirenti stanno lavorando sulla mole di dati acquisiti durante questo primo mese di indagini: è possibile che si arrivi alla richiesta di ordinanze di custodia cautelare.

Gli investigatori ritengono che ci si trovi davanti a una banda ben strutturata che rubava le biciclette di valore e poi le rivendeva sul mercato sommerso, nei paesi esteri europei.

L’inchiesta del Commissariato ampezzano è tutt’altro che chiusa. —

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