Laboratori di partecipazione, 250 iscritti

Una media di quasi 40 adesioni per i gruppi di lavoro che affiancheranno gli assessori, ieri il battesimo al campus
Di Raffaele Scottini

FELTRE. Potete iniziare a partecipare quando volete, la Casa dei beni comuni dall'amministrazione Perenzin ha aperto le porte e accolto, per cominciare, più di 250 iscritti tra i sette laboratori di cittadinanza. Ma dentro c'è spazio per tutti. Ha mosso ieri il primo passo il progetto-processo di democrazia inclusiva e orizzontale promosso per favorire le proposte dei feltrini nelle scelte del governo della città. La rivoluzione, culturale prima ancora che politica, è cominciata con la presentazione delle modalità di funzionamento dell'iniziativa davanti a un centinaio di persone di tutte le età, giovani, meno giovani, uomini e donne per quella trasversalità della «dimensione inclusiva che sia capace di cambiare l'agenda politica» invocata dall'assessore Valter Bonan, titolare del referato sui beni comuni e primo architetto della loro Casa.

L'aula Enaip al campus universitario di Borgo Ruga è lo spazio scelto per alzare il sipario sui sette gruppi di lavoro suddivisi per aree tematiche, ognuno abbinato a un assessore: Beni comuni, acqua, energia, partecipazione, innovazione, comunicazione, campus delle sostenibilità (dove gli iscritti sono già 42); cultura, formazione, scuola e istruzione (40); ambiente, paesaggio, agricoltura, turismo (46, al momento il più gettonato); servizi sociali, sport, inclusione, pari opportunità (43); pianificazione del territorio e mobilità (33); politiche del lavoro, commercio, attività produttive (25, il fanalino di coda); gestione del territorio, lavori pubblici, rifiuti (28). Periodicamente poi si svolgerà il Forum generale per condividere le proposte discusse e coordinare le attività. Fin qui le permesse, basate sul concetto che «la città e il suo territorio sono beni comuni, di conseguenza le scelte sono patrimonio della collettività». La missione è cambiare metodo: fino a oggi i cittadini sono stati messi di fronte a scelte fatte, mentre le fondamenta della Casa dei beni comuni sono da gettare insieme. Cosa non facile, visto che l'architettura è nuova. Che tra consultazione (a cose ormai fatte) e partecipazione nello sviluppo delle proposte ci sia differenza lo dice subito il sindaco Paolo Perenzin. È il varo del progetto con la P maiuscola della sua amministrazione, quello che gli ha fatto vincere le elezioni e ha iniziato a costruire il giorno dopo l'insediamento: «Ci stiamo lavorando da un anno. Dicevamo in campagna elettorale che la partecipazione dovrà essere il vero punto in cui si noterà o non si noterà la svolta. Preventivavamo tempi forse un po' più brevi, ma abbiamo preferito esporre la bozza del regolamento negli incontri frazionali prima di portarla in consiglio per dare anche da questo un segno di discontinuità rispetto al passato. Sarebbe stato assurdo portare avanti un regolamento di partecipazione che non fosse stato partecipato», racconta. «Ora siamo pronti con uno strumento che ci siamo forgiati per provare un’esperienza nuova. Si tratta di riempirlo di contenuti. Non è un esperimento facile, ci sarà bisogno di rodaggio, ma la curiosità e l'interesse continuano a esserci. La sfida è passare dalle parole ai fatti. Se i laboratori serviranno a formulare proposte che poi vengono cantierate dal Comune, staremo facendo bene».

Nei laboratori non ci saranno votazioni, né maggioranze né minoranze, ma si deciderà per condivisione, discutendo e ridiscutendo per trovare i punti di convergenza. Sarà attivo anche il portale internet partecipo.comune.feltre.bl.it (raggiungibile anche dal sito dell’ente) inteso però «non come spazio virtuale sostitutivo agli incontri fisici, ma come supporto per mettere a disposizione la documentazione», sottolinea l'assessore Bonan. «Vogliamo favorire la relazione tra persone, che significa conoscenza, scambio, anche convivialità». E si è visto ieri con il brindisi benaugurale alla lunga vita dei laboratori.

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