La Via dell’acqua punta a crescere

SANTA GIUSTINA. Nella tavola rotonda proposta dall’ostello di Altanon per la Giornata dell’acqua, domenica scorsa, si è parlato delle prospettive della struttura e delle tappe raggiunte e prossime...

SANTA GIUSTINA. Nella tavola rotonda proposta dall’ostello di Altanon per la Giornata dell’acqua, domenica scorsa, si è parlato delle prospettive della struttura e delle tappe raggiunte e prossime della Via dell’acqua. Quell’idea pensata una quindicina di anni fa di unire con un percorso ad hoc i due recuperi di impianti che vivono della forza dell’acqua, ovvero l’ostello, attiguo alla centrale idroelettrica, e il mulino di Santa Libera. Dal 2015, infatti, anche la gestione del mulino è passata al consorzio Indolomiti che gestisce l’ostello. Non è un vero cambiamento, perché il precedente gestore era la cooperativa Mazarol che è tra i soci del consorzio, ma un modo per dare anche a questa struttura margini di crescita, dopo che nel 2014 si è raggiunta la cifra record i 1584 visitatori, oltre la metà scolaresche.

Con il completamento dei lavori strutturali, il mulino oggi può diventare anche lo spazio per la macinatura con metodi tradizionali dei prodotti biologici del Parco, mentre si sta raggiungendo un accordo con l’istituto agrario di Feltre perché possa realizzare e gestire, in prossimità del mulino, degli orti didattici. «Con i fondi della Via dei Papi contiamo di completare il tracciato della Via dell’acqua, collegando Velos con via Mas, per avere un percorso completo – ha detto il sindaco Ennio Vigne – se poi arrivassero anche i fondi per il percorso ciclabile sarebbe importante. Abbiamo ancora due obiettivi per la zona dell’ostello, che cercheremo di realizzare con il Parco, e prospetteremo al nuovo comitato direttivo: il recupero della vasca grande della centrale (la prima, sotto la chiesa di San Vetor Veses, ndr) e il ripristino del tratto di strada che da Casera Noie porta in Val Scura, oggi interrotto da una frana».

Le parole di Bruno Boz, presidente del consorzio Recupero fluviale, che ha definito il Bellunese un’eccellenza per lo stato di salute dei fiumi, ha dato conferma di quello che raccontano gli ospiti dell’ostello, in crescita esponenziale negli ultimi anni, con il 2014 che ha visto superare la boa delle 1200 notti vendute: la ricchezza dell’ostello è la presenza dell’acqua, il suo essere immerso nella natura. Emiliano Oddone di Dolomiti Project, socio del consorzio, ha sottolineato come il marchio Unesco sia un veicolo promozionale importante per un turismo non di massa, ma di persone che cercano un ambiente ancora quasi incontaminato.

Anna Apollonia

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