La Uil apre un ufficio a Tai Colamarco: «Un territorio che merita più attenzioni»

PIEVE DI CADORE. Aperta ieri, in piazzale Dolomiti, a Tai, la nuova sede della Uil Veneto.
L’ufficio, che copre anche i servizi UilTucs, ha trovato posto nel locale che in precedenza era di SARA assicurazioni.
«Per la Uil Veneto», ha spiegato Gerardo Colamarco, segretario generale del Veneto, «questa di Tai è la 45ª sede aperta sul territorio veneto e non sarà nemmeno l’ultima. Apriamo questa sede in Cadore, un territorio con caratteristiche ben differenti da altre zone: un territorio che richiede una grande attenzione perché, ad iniziare dai servizi sanitari quasi impossibili senza la presenza di un elicottero, presenta delle criticità superiori ad altre zone. Un territorio però che, in prospettiva, potrà trovare una soluzione ai suoi problemi grazie ai due eventi che si realizzeranno nei prossimi anni: i Mondiali di sci 2021 e le Olimpiadi invernali 2026. Sono due opportunità che, se gestite bene, potrebbero risolvere una parte dei problemi cadorini, specialmente riguardo alla viabilità». Dopo aver illustrato quanto la sede di Tai sia strategica, tra Olimpiadi e autonomia, Colamarco ha affrontato il tema dello spopolamento della montagna e di quanto questo costi all’Italia, che forma nelle sue scuole ottimi professionisti che vanno poi spesso a fare la fortuna di altri stati europei. Quest’ultimo tema è stato fatto proprio anche dall’assessore del Comune di Pieve, Plinio Bridda, presente con l’arcidiacono monsignor Diego Soravia al taglio del nastro. «Anche l’amministrazione di Pieve considera strategico il tema spopolamento», ha affermato, «e siamo consapevoli che, se non lo fermiamo, le cose andranno sempre peggio. Prima d’impartire la benedizione, è intervenuto anche monsignor Soravia che, dopo essersi congratulato con la Uil per la scelta di salire a Tai, ha insistito sulla necessità che chi abita in montagna possa usufruire di servizi puntuali. «Perciò», ha concluso, «quando vedo organizzazioni come la Uil che va verso i bisogni dei poveri, non posso che dare la mia benedizione». –
Vittore Doro
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