La tragedia di Santo Domingo: «Angelica era un uragano pieno di amore ed energia»

Il ricordo di Daniela Curto dedicato alla figlia diciottenne travolta e uccisa da un pick-up . Arrestato il pirata fuggito senza soccorrerla

SANTA GIUSTINA. «La mia Angelica? Era un uragano pieno di amore ed energia. Non troverò mai pace per tutto questo». Sono parole di Daniela Curto, mamma di Angelica Gerlin, la diciottenne di Santa Giustina, uccisa sabato pomeriggio insieme a un amico da un pirata della strada a Santo Domingo, travolta da un pick guidato da una persona ubriaca e ora ricercata dalla polizia dominicana con l’accusa di omicidio.

 Il dolore della mamma

Sono pensieri e ricordi di una mamma che rilegge la breve esistenza della figlia con la quale si era trasferita nell’isola caraibica per sostenere il sogno della ragazza di vivere e costruirsi il proprio futuro.

«Angelica era un uragano», racconta mamma Daniela, «a 13 anni aveva già pianificato la sua vita con le idee più chiare di un qualsiasi adulto e quando decideva una cosa era quella avesse dovuto smuovere una montagna. Amava tutti... e dava amore a tutti semplicemente con il suo sorriso. Soffriva sempre in silenzio per non pesare su nessuno e mi dava conforto in ogni istante. Mi diceva sempre che era la mia badante e lo sarebbe sempre stata, che non mi avrebbe mai lasciata sola».

La scoperta e l’amore per Santo Domingo l’hanno trasformata: «In questo paese aveva trovato ciò che la rappresentava... l’allegria, la semplicità, l’amore che le persone qui hanno per natura verso gli altri, la condivisione, l’aiuto reciproco, il sorriso anche nelle situazioni più avverse. Qui sapeva di poter realizzare ciò che desiderava: studiare, lavorare, perché quello che voleva lei se lo doveva guadagnare!».

Il suo sogno realizzato e infranto

Il racconto continua: «Sognava di viaggiare in ogni dove, non era mai ferma e la moto, la passione per la moto che ha imparato a guidare in pochi giorni e la sapeva portare là dove nessun dominicano si sarebbe azzardato, nel mezzo del traffico capitaleño dove non ci sono regole di guida. Quante volte mi ci ha portato anche sotto il diluvio e poi ci fermavamo a dormire, mai in hotel di lusso ma sempre dove la gente aveva più bisogno di guadagnare per vivere... mi diceva sempre: mamma ormai abbiamo gli anticorpi grandi come un elefante! A mangiare fra la gente più povera perché sapeva che quei pochi pesos avrebbero aiutato una famiglia, frequentava i barrio e si faceva amare da tutti! Nessuno si sarebbe permesso farle del male perché sapevano che cuore aveva e le manifestazioni di affetto che ricevo qui oggi lo dimostrano».

 La passione per la moto

Capitolo a parte merita la passione di Angelica per la moto: «La sua passione era l’enduro e poter finalmente andare liberamente per monti e valli senza restrizioni come ci sono in italia. Voleva comperarne una il più in fretta possibile. Ha atteso di vendere la sua che aveva in Italia e così ha avuto il denaro per acquistarla».

L’ultimo pensiero: «Non so perché Dio me l’ha portata via in quella curva proprio quando passava quel disgraziato ... non so perché ha fatto questo alla mia bambina. Era una bestemmiatrice ma era una grande buona persona. Mangiava nutella a quintalate ... di questo chiunque la conosceva rideva e rimaneva esterrefatto. Affogava i suoi dispiaceri in quelle cucchiaiate... mai e poi mai avrebbe voluto farmi pesare i suoi dolori ma io da mamma li vedevo. Il lockdown della primavera scorsa per lei era stato straziante per fortuna aveva le sue amiche/sorelle del cuore che hanno saputo riempire le sue giornate. Grazie Federica e Gosanesh

Rintracciato e arrestato il pirata

È stato rintracciato e arrestato il pirata della strada che sabato pomeriggio ha spezzato le due giovani vite di Angelica Gerlin e di un suo amico che stava guidando la moto della ragazza. La polizia ha chiuso il cerchio delle indagini e nella serata di martedì ha preso il fuggiasco. L’uomo è già stato condotto in carcere e su di lui pesano le accuse di omicidio volontario e omissione di soccorso. Una svolta decisiva nelle indagini condotte dalle forze di polizia dominicane che si sono adoperate per risolvere il caso nel più breve tempo possibile, temendo tra l’altro, che il pirata stesse tentando di lasciare l’isola per sfuggire alla giustizia.

«Ha spezzato due vite e non gli è importato. Per questo deve pagare per il resto della sua»: questo il primo commento di Nicole, la sorella di Angelica, anche lei sulla stessa strada, ma su un’altra motocicletta, al momento dell’incidente di sabato pomeriggio.
 

Dubbi fugati

I dubbi sulla dinamica sono stati ben presto fugati dalla presenza di un apoliziotto, in quel momento fuori servizio, che in sella a una moto, seguiva i poco distante i due ragazzi. È stato lui a vedere il pick up che giungeva in senso contrario sbandare e occupare la corsia dove stavano procedendo Angelica e il suo amico. Dopo il violento impatto con la moto, il conducente non si è fermato trascinando il corpo del ragazzo per alcuni chilometri. Il veicolo è stato abbandonato poi in una spiaggia e ritrovato quella sera stessa dalle forze dell’ordine. All’interno dell’abitacolo, alcune bottiglie di rum vuote. Insomma, l’uomo era ubriaco al momento dell’incidente e d’altra parte solo una persona non in grado di guidare avrebbe trascinato per chilometri il corpo del giovane rimasto agganciato al furgoncino. —



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