La storia rivive nei fumetti
Pronto il secondo libro delle avventure del professor Bertolino

In viaggio con Bertolino, l'impero romano nella Valbelluna: è il titolo del secondo libro a fumetti di Alberto Levis, che verrà presentato a Belluno il 4 dicembre alle 17.30 al Centro Giovanni XXIII. Un titolo indicativo, perché se nel primo sono state illustrate le principali scoperte preistoriche registrate in provincia, in questo l'autore, che si è avvalso sempre della consulenza di Roberto Totaro, inizia dall'età preromana e con la cittadina di Mel, proseguendo poi con Feltre, l'Alpago, il Cadore e Belluno. E' una simpatico e accattivante racconto rivolto ad un pubblico di bambini e ragazzi, grazie alle avventure di questo professore in giro per secoli e millenni.
Mel,
Qui Bertolino e la sua ciurma si trovano nel pieno dell'VIII sec. A.C., l'età del ferro, di fronte a un abitato di capanne e a un corteo funebre che si sta dirigendo verso la necropoli con i suoi caratteristici circoli e cassette litiche. Luogo dei morti scoperto alla fine degli anni Cinquanta nelle adiacenze dell'asilo infantile e scavato da Giovan Battista Frescura. Trascorreranno, purtroppo, circa 35 anni prima che siano scoperte, nel 1995, cospicue tracce del villaggio per lo più esteso, adagiato lungo la località "Cioppa". La prima indagine scientifica di una di queste abitazioni, risalenti al VI-V sec. a.C., fu eseguita nel fondo Calzavara nell'autunno di quell'anno. Si comprese allora la raffinatezza e il livello tecnico con i quali gli antichi zumellesi costruivano in quella zona le loro abitazioni, dotandole di condotte per lo smaltimento dell'acqua e di pavimentazioni di lastre d'arenaria gialla con sottostanti drenaggi in piccoli ciottoli. In tale periodo innumerevoli furono le indagini scientifiche condotte presso privati e durante la pavimentazione di piazza Papa Luciani e la realizzazione dei parcheggi realizzati nella zona retrostante il municipio, con l'aiuto di volontari come Virginio Rotelli. Fu così che nella proprietà Da Canal furono ritrovati una costruzione in pietra a secco costituita da muri perimetrali a gradini con canaletta incorporata e un pozzo che conteneva una grande quantità di vasi, impilati, risalenti all'epoca romana, in gran parte integri. Pozzo che fu svuotato, studiato con uno scavo stratigrafico e datato grazie al ritrovamento di due trulle, una moneta e un peso da telaio.
Feltre.
"Retica oppida "la definisce cosi la città di Feltre, Plinio il Vecchio, nella "Storia naturale" e di questo popolo, cui si deve la sua fondazione, sono innumerevoli i ritrovamenti registrati in varie zone e suoi borghi. Di alcuni si fa cenno nel volume "Archeologia Bellunese, cronache di una quotidiana ricerca" a riguardo delle minime tracce scoperte intorno al 1988-1989 nel Borgo Regina Margherita in occasione dei lavori per un'autorimessa e negli scavi dello scantinato del Bar Venus. Non erano un abbaglio o un falso allarme, perché nel 2008 nella medesima borgata furono scoperti e indagati resti di capanne retiche delle quali, purtroppo, non si hanno ulteriori e notizie. La scoperta, di cui si sa veramente poco, può essere messa in relazione con l' esistenza di un castelliere. E improvvisamente - con Bertolino e compagnia - ci si trova nel municipio romano di Feltria e precisamente in piazza Maggiore nell'ambito del foro, lo spazio politico, amministrativo e religioso con il tempio, i colonnati, il lastricato. Di tutte queste strutture e altre opere edilizie come la condotta fognaria, sono stati ritrovati in diversi scavi i resti, sotto forma di ampie superfici pavimentate con grandi lastre di calcare, del podio o basamento del tempio e tronchi di colonne e di statue.
La Via Claudia Augusta Altinate.
I nostri viaggiatori nel tempo riescono a scappare da Feltre e s'imbattono in una strada basolata che Bertolino riconosce come la Via Claudia Augusta Altinate, spiegandone la genesi della sua costruzione alla "ciurma", il cui riscontro archeologico è il famoso miliario, detto di Cesiomaggiore, per via del suo ritrovamento avvenuto sotto l'altare della chiesa parrocchiale. Tuttavia, un gran numero di insediamenti romani come Belluno, Polpet, Castellavazzo, Valle, Pieve di Cadore, Lozzo, Auronzo, sono attraversati da quella direttrice scoperta e documentata negli anni Trenta dal topografo cadorino Alessio De Bon. Nuova fuga di Bertolino e del suo seguito da alcuni guerrieri male intenzionati di una tribù barbara alle porte di Belluno romana e "arrivo" in una pianura - la Valbelluna - centuriata, metodo in uso presso i romani per dividere i terreni. Quest'aspetto è trattato da Luisa Alpago Novello nel volume "L'età romana nella provincia di Belluno". Ma le peripezie si susseguono, perché i nostri eroi incontrano il nobile romano Gaio Flavio Ostilio durante una battuta di caccia (la sua tomba, un sarcofago con scene di caccia, è conservata nel porticato della "Crepadona " a Belluno). Da qui - le avventure del manipolo di Bertolino si susseguono freneticamente e costantemente nell'età romana.
Alpago.
Dalla cava di Prandarola nel Bosco del Consiglio in Alpago, da dove erano estratti blocchi di una pietra calcare trasportati con vari mezzi tra cui le zattere, al municipio romano di Bellunum per realizzare elementi architettonici e basi onorarie di personaggi come Carminio Pudente. Proprio in comune di Pieve d'Alpago e precisamente in località Staol è stata indagata una necropoli romana, rintracciata dai volontari del "Circolo Amici del museo dell'Alpago", con innumerevoli ritrovamenti di monete, fibule, punte di lancia e urne cinerarie ora conservate al Museo di Storia Naturale di Chies. Altro ricco luogo dei morti, risalente al VII-V sec. A.C., è stato individuato a Pian de la Gnela nel quale il sottosuolo ha conservato e restituito reperti d'importanza internazionale come la situla bronzea istoriata, collane d'ambra e pasta vitrea, fibule, braccialetti pendagli e via elencando.
Cadore.
Eccoci al santuario di Lagole (Calalzo) con le sue acque solforose, di cui si possono ricordare le grandi scoperte di bronzetti, a cura di Giovan Battista Frescura ed Enrico De Lotto dalla fine degli anni Quaranta sino al 1960. Poi Valle, altro insediamento romano del quale ancora il Frescura e il De Lotto portarono alla luce cospicue tracce, nell'autunno del 1960. E infine Bertolino e compagnia si trovano a Bellunum, davanti a un tempio del quale si conserva, al Museo Civico della città, un capitello corinzio di notevoli dimensioni.
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