La storia di Gena torna a vivere

“Spettacoli del mistero”: flash back su una vicenda degli anni ’60

SOSPIROLO. Non sono di certo necessari pareri di pubblicitari autorevoli o esperti di comunicazione di fronte alle vecchie foto in bianco e nero che in pochi tratti testimoniano la storia del passato. I profili del paesaggio e l'abbigliamento dei protagonisti, nelle loro pose non casuali, spesso raccontano in un unico scatto la vita e i sogni della gente, fissati su carta con la speranza che qualcuno riceva un messaggio. Così è per le significative fotografie di cui è ricco il libro “Una storia, tante storie”, stampato oltre un decennio fa, per interessamento del Comune di Sospirolo, della Pro Loco “Monti del Sole” e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, con lo scopo di documentare com'era la vita nella Valle del Mis.

Basterebbe una sola immagine per raccontare, tra le tante storie dolorose, la vicenda di un paese, Gena, costretto all'abbandono contro la volontà dei suoi abitanti: una decina di uomini nella divisa della festa, camicia e pantaloni ben stirati, una vedova vestita di nero, un bambino, il piccolo Severino Casanova, intrufolatosi quasi per gioco, inconsapevole della portata di quello che sta per accadere. La foto è stata scattata a Gena Bassa agli inizi degli anni '60 in occasione di un ritrovo in difesa dei diritti della popolazione locale.

Sullo sfondo i ruderi di una casa abbattuta per far posto alle acque del lago del Mis: i lavori per la diga di Santa Giuliana eretta per sbarrare il torrente, iniziati nel 1952, sono ormai completati. Già da anni gli abitanti di Gena Alta e Gena Bassa avevano intuito il loro destino: dall'alto vedevano le case del fondovalle spopolarsi progressivamente e avanzare i lavori per la creazione del bacino artificiale lungo il torrente Mis.

In una lettera indirizzata alla Sade nel 1957 espressero tutte le loro preoccupazioni: con l'avvento del bacino idroelettrico sarebbero stati privati, ironia del caso, della loro piccola centrale elettrica, nonché della teleferica e del telefono ricevuti in dono dal governo alleato americano, di “scuola, bottega, osteria, privativa, recapito, chiesa, ufficio postale”, loro che già dovevano raggiungere questi servizi servendosi solo di una mulattiera percorribile in 3/4 d'ora di cammino.

La risposta della Sade non ha bisogno di commenti: “Ci pregiamo informarvi che la costruzione del serbatoio del Mis non è di immediata realizzazione per cui riteniamo per lo meno premature le preoccupazioni dei frazionisti...”.

Data: 12 febbraio 1957.

I “troppo previdenti” abitanti di Gena furono presto costretti ad andarsene: nel 1962 a Gena Alta non abitava più nessuno. Per chi visita adesso il canale del Mis, radicalmente trasformato nel paesaggio rispetto ai tempi in cui era abitato, questa storia resta nascosta: verrà riproposta nel corso degli “Spettacoli di Mistero” in scena oggi a Sospirolo (ore 14.30 a Gena Bassa o al Centro Civico in caso di maltempo).

Pieranna Casanova

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