La storia di Bandito, un cane del battaglione San Marco
BELLUNO
Il racconto del compagno a quattro zampe del battaglione San Marco: l’avventura eccezionale di una vita tra sbarchi, assalti e amicizia con le leve. Nel contesto della rassegna culturale V. A. I. (Vettore Artistico Interattivo), portata avanti da DolomitipalcO e Sun castle blues rock train 61, viene presentato un singolare volume dell’autore indipendente Nik the King, dal titolo: “30 secondi… giù dalla rampa – Bandito. .. 1°”. Nel giorno del 25 aprile, che oltre che alla Liberazione, viene dedicata anche a San Marco, grazie all’aiuto dell’EnoRistorante bar Bob di Auronzo, ha visto la luce il racconto dedicato all’avventurosa vita del cane Bandito.
Bandito, mascotte del battaglione San Marco, a distanza di ben 40 anni rimane un mito assoluto per tutti quelli che l’hanno conosciuto o ne hanno sentito parlare tra i militari di leva della Marina militare italiana e del battaglione San Marco. Il libro è scritto in prima persona: sarà infatti il cane stesso a raccontare la sua storia, aumentando, così, la carica emotiva del testo, per tramettere un messaggio di perseveranza e tenacia, di voglia non arrendersi mai di fronte a niente e nessuno. Bandito era “solo” un cane meticcio, eppure con la sua forte personalità, ha lasciato un segno indelebile tra coloro che l’hanno conosciuto e tra le successive leve che ne hanno sentito raccontare le gesta. Si legge nel libro: «Le Mtp... che cassoni in confronto all’eleganza della motosilurante, e che andare piano. Ma... ragazzi! Tutto diventava bellissimo quando sentivo il motore ruggire per spiaggiare velocemente e il capo barca urlare “30 secondi, giù dalla rampa! ” Io balzavo in acqua per primo, davanti ai miei amici marò, vestiti di tre colori come le salamandre, che urlavano “San Marco! San Marco! ” Ogni volta era una emozione nuova saltare nell’acqua come una foca. Non ci avrei rinunciato per niente al mondo. Con i marò, stavo vivendo la più grande avventura della mia vita, ero fiero e felice, perché, anche se la mia divisa di pelo aveva un colore in meno, mi consideravano sempre uno di loro e mi volevano bene… tutti». Il libro può essere richiesto tramite email a nicolaamadi@gmail.com. —
F.R.
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