La storia della strada tra Longarone a Cimolais

LONGARONE. Nel 1913, oltre un secolo fa, veniva inaugurata una strada, quella da Longarone a Cimolais, che permetteva ai residenti di Erto e Casso di raggiungere la valle del Piave anche con i carri, togliendoli da un secolare isolamento.
Una strada, appunto, lunga cent’anni, di cui Elda Deon Cardin ripercorre la storia, che trova le sue radici ben prima del 1900.
«Il tutto è nato quando, in uno dei miei consueti giri per mercatini, ho trovato un album fotografico del 1910 relativo alla strada, in corso di costruzione, che da Longarone portava a Casso», spiega l’autrice, che ha recentemente curato il libro “Una strada lunga cent’anni (da Longarone a Cimolais)”.
«L’album è davvero particolare, in quanto documento personale del topografo che fece i rilievi per conto dell’Istituto geografico militare in vista della realizzazione della strada che prima non esisteva. Ricordiamo che gli abitanti di Erto, Casso e Cimolais per andare a Longarone dovevano intraprendere due percorsi: o il “troi” di Sant’Antonio o la strada che da Dogna andava sul Monte Toc».
E dal ritrovamento dell’album è nato il desiderio in Elda Cardin (che non vuole essere definita scrittrice o poetessa, ma semplicemente «collezionista di cartoline e di documenti, oltre che di aneddoti inerenti il suo paese natale, Longarone») di approfondire la storia della strada che popolarmente è chiamata “di Rommel”, in quanto nel 1917 venne percorsa proprio dall’allora tenente di artiglieria al comando delle truppe austriache.
«Decisivo nella preparazione del libro è stato l’incontro, avvenuto in modo quasi casuale, e tramite il contatto fornitomi da Antonio Manfroi, con il Genio militare di Roma e con una persona che, capendo quel che stavo facendo, si è resa disponibile ad aiutarmi», aggiunge la Deon Cardin.
«Diversi documenti - oltre che da altri istituti, bellunesi e non solo - mi sono stati infatti gentilmente concessi anche dal Genio militare». Il libro, che gode di diversi contributi e contiene le poesie di Eliana Olivotto e i disegni di Angelo Olivotto, ha dietro di sé un lavoro lungo ben 10 anni.
«Un lavoro impegnativo», precisa la curatrice, «in quanto per avere un documento ho dovuto aspettare anche mesi. Per le foto pure anni». “Una strada lunga cent’anni”, la cui presentazione è stata scritta da Gioachino Bratti, parte dal 1281 con i documenti di vendita del monte Embulon fatta da signori bellunesi ai villaggi di Dogna, Provagna e Soverzene, per arrivare poi al 1600, quando i pascoli erano contesi dai paesi limitrofi.
In un capitolo non si manca di descrivere il viaggio percorso a piedi nel 1902 lungo il sentiero di Sant’Antonio da un gruppo di alpinisti austriaci. Ma vengono ricordati anche il ponte chiamato Colombèr (il più alto, con i suoi 138 metri, costruito fino ad allora e fatto saltare durante i due conflitti mondiali), la costruzione, nel 1913, della strada e la sua interruzione con la costruzione della diga del Vajont.
Un’anteprima del volume sarà presentata domani alle 10.30, con la presenza dell’autrice, al Borgo Ruga di Feltre, nell’ambito di “Saperi e Sapori”.
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