La solidarietà feltrina arriva fino in Thailandia

FELTRE. La solidarietà feltrina non ha confini, tanto che è riuscita ad arrivare - di nuovo - fino all'altro capo del mondo. Andrea Raveane assieme a Paolo Capraro del Csv di Belluno e al regista feltrino Marco Recalchi l'hanno riportata in Thailandia personalmente a inizio dicembre, nel secondo viaggio del progetto “Donare è amare” che li sta impegnando in una serrata raccolta fondi per sostenere missioni di aiuto sociale e umano, come quella di don Bruno Soppelsa e della “Fordec”. «Eravamo già stati a Bangkok l'anno scorso», racconta il presidente della sezione donatori di sangue di Anzù, Celarda, Villapaiera e Sanzan che ha lanciato l'idea, «siamo andati per vedere che fossero stati spesi bene e a portarne degli altri», quelli raccolti nelle più recenti serate di illustrazione dei primi esiti del progetto, che sono ben raccontati nel docufilm di Recalchi “I Bambini della Thailandia”.
«Abbiamo visitato di nuovo la Fondazione del dottor Amporn, che si occupa di aiutare bambini orfani e persone povere e svantaggiate, sostenuta anche dall'associazione Insieme si può. Ci siamo confrontati con l'associazione locale di donatori di sangue. Poi abbiamo raggiunto don Bruno a Lamphun, più a nord, là dove opera in missione da 6 anni». A lui sono stati consegnati oltre 2.500 euro che saranno usati per costruire un alloggio agli infermieri di un'altra missione, questa in Tanzania. Altro obiettivo che porterà a un altro viaggio e a un terzo documentario (il primo si intitola "I volti di Cochabamba").
Altrettanti soldi erano stati raccolti durante e dopo il funerale di Tranquillo Raveane, papà di Andrea scomparso a fine novembre del 2014, che sono stati portati subito dopo in Thailandia da un altro parroco bellunese. «Nel nostro primo viaggio avevamo incontrato una ragazzina con un padre tossico che viveva in una specie di baracca. Con quei primi soldi la famiglia è riuscita a ricostruirsi una vita e una casa, dove ha voluto appendere una foto di mio padre».
Il racconto qui diventa commovente. Il resto è servito per acquistare un videoproiettore, un telo e libri nuovi per la biblioteca dell'istituto missionario di don Bruno, dove i bambini poveri possono studiare e dove nel 2003 era stata accolta anche Tienprasat, poi adottata da una famiglia bellunese e oggi maestra di quella stessa realtà che la aiutò a uscire dal buio della sua esistenza povera e abbandonata. «Abbiamo visto con i nostri occhi che basta poco per fare molto», esclama Raveane, «la missione è forte, serve a dare forza e coraggio». La vita in Thailandia è segnata da profonde contraddizioni: «Come molte altre, la capitale è piena di sprechi, ma basta allontanarsi un poco per trovare le baraccopoli. Ma anche i villaggi più poveri hanno la loro dignità».
I principi del volontariato e della donazione sono gli stessi, anche se «lì donano sangue solo quando ce n'è bisogno. Abbiamo invitato i bambini a studiare e tutti gli altri a rendersi utili per il prossimo». Lo stesso avevano fatto a Cochabamba, in Bolivia, un altro bel capitolo di questo percorso di promozione della donazione del sangue, intitolato “Donare sangue è donare vita” e sostenuto, come per i successivi, anche dal Comitato d'Intesa e dall'associazione “Alcance a los cielos”.
Francesca Valente
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