La sfida della Manifattura Valcismon Cremonese: «Puntiamo a 130 milioni»

Il fatturato in crescita, la prospettiva della Borsa dopo l’ingresso di Equinox, l’espansione nell’e-commerce

francesco dal mas

«Lavoriamo a testa bassa per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati. Da qui al 2022».

E cioè? «Tra i 120 ed i 130 milioni di fatturato». Un bella sfida per un’azienda, seppur blasonata, di Fonzaso, quindi di “periferia”, ma che in pochi anni è andata al centro del mondo: di un mondo particolare, quello dell’abbigliamento tecnico sportivo.

Chi parla è Alessio Cremonese, amministratore delegato della Manifattura Valcismon, società leader del proprio comparto. La famiglia Cremonese, dunque, non si accontenta di aver annunciato, da pochi giorni, il closing dell’operazione con il fondo Equinox per il suo ingresso con una quota di minoranza pari al 40% nel Gruppo.

Un’operazione, secondo i rumors, da 90 milioni di euro. La prospettiva è quella della Borsa («se maturerà, ma non è un traguardo obbligato») e, soprattutto, quello del consolidamento della società in Europa, nella fattispecie quella del Nord, nell’Asia (leggi Cina) in Australia e in America.

La Manifattura Valcismon è stata fondata nel 1946 da Olindo Cremonese: si comincia con un piccolo capannone con le macchine per filare la lana. L’azienda passa poi al figlio Giordano, atleta in gioventù e appassionato di sport. Nel 1972 è stato creato il marchio Sportful e l’anno dopo il gruppo ha creato la prima collezione di abbigliamento da sci cross-country.

Nel 1985 ha preso il largo la prima produzione di abbigliamento da ciclismo e nel 2003 l’azienda ha acquisito il marchio Castelli Cycling. Ora siamo alla terza generazione, con i figli impegnati in azienda.

Oggi ha più di 150 dipendenti, ne aveva un terzo in meno solo due anni fa, quando ha spento le prime 70 candeline. Produce circa 2 milioni di articoli di abbigliamento l’anno con brand rinomati quali Sportful (ciclismo e sci nordico), Castelli (marchio top nelle due ruote che firma fra l’altro la maglia rosa del Giro d’Italia) e Karpos (specializzato in trekking e outdoor).

Ha chiuso il 2017 con un fatturato di circa 80 milioni di euro e un MOL di circa 15 milioni di euro.

«Non ci sentiamo confinati in un piccolo paese di montagna (anche perché Fozaso non è così micro), quindi in estrema periferia – rivendica Cremonese –, tanto che il 90 per cento del fatturato lo realizziamo all’estero. Se si è un brand leader qualsivoglia identità locale va bene».

Il gap è solo parzialmente quello delle distanze – Valcismon, infatti, si sta espandendo sull’e-commerce –, semmai il problema è procurare il personale meglio professionalizzato. Ma, appunto, se si è ai vertici, i giovani non hanno paura di “periferizzarsi”.

Quindi – è una prima rassicurazione di Alessio Cremonese – Valcismon certifica che si può fare ottima impresa anche tra le montagne bellunese. E da qui partire, magari, alla volta del mercato cinese, che promette molto in ambito sportivo, specie della bici: «Ha un potenziale inespresso».

L’arrivo di Equinox consentirà alla Società di perseguire i suoi obbiettivi di crescita e di espansione. Costituito nel 2002 da Salvatore Mancuso, Equinox è un fondo di private equity che investe in operazioni di minoranza qualificata e di maggioranza in società italiane nel segmento mid-market.

«Ci proponiamo di diventare – affermano Alberto e Alessio Cremonese, il primo è il presidente del Gruppo – un player sempre più competitivo nell’abbigliamento tecnico-sportivo».

Da Massimiliano Monti, partner di Equinox, un rassicurante riconoscimento: «Valcismon rappresenta un caso di eccellenza imprenditoriale italiana».

C’è chi ha valutato il valore della società intorno ai 200 milioni. Quando si chiede conferma ad Alessio Cremonese, la risposta è un cortese sorriso. —



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