La scuola media Zanon di Belluno trasformata in un “lager”: l’installazione artistica fa riflettere gli studenti
Il progetto degli allievi della 3A per il Giorno della Memoria
Stupore e grande impatto emotivo fra insegnanti e ragazzi

Scarpe impolverata abbandonate sugli scalini, valigie scaraventate a terra, brandelli di libri e cenere nei corridoi. Ha provocato il classico pugno nello stomaco l’installazione artistica realizzata dagli studenti della 3A della scuola media Zanon di Castion in occasione del Giorno della Memoria.
Sfruttando l’esperienza di visita alla Biennale d’arte Contemporanea di Venezia, i ragazzi hanno allestito un’installazione-performance nell’atrio e nei corridoi della scuola. Nelle prime tre ore di lezione, in disciplinato silenzio, hanno “devastato” i locali utilizzando oggetti, pittura e suoni, mettendo in scena la loro visione della storia. Al primo e secondo piano hanno posizionato scarpe e valigie aperte, con gli effetti personali in disordine ovunque. Sulle porte macchie di “sangue” (ovviamente finto, ma l’impatto emotivo è stato intenso). Nel seminterrato hanno allestito le docce, punto di non ritorno per quanti venivano deportati nei campi di concentramento. Sulle scale la voce registrata di una donna leggeva la fiaba di Cappuccetto rosso, mentre alcune figure con i volti di gesso scendevano inesorabilmente verso il loro destino.
I compagni al suono della campanella della ricreazione sono rimasti sulla soglia delle rispettive classi ad osservare attoniti il disordine inatteso. Sono usciti con prudenza, come fossero precipitati all’improvviso in un’altra dimensione. Finito l’intervallo tutto è stato ripulito dagli studenti autori dell’installazione e la scuola è tornata ad essere quel luogo ordinato, sicuro e tranquillizzante di sempre.
«È stato solo un momento, ma lo ricordano tutti», raccontano le insegnanti. «I ragazzi di prima ne sono rimasti impressionati e un po’ spaventati». Al rientro in classe i ragazzi si sono spontaneamente messi a riflettere su quanto avevano visto e sulla storia che viene ricordata ogni anno con il Giorno della Memoria.
«Non ricordo nemmeno più quando tempo è passato dall’ultima volta che un gruppo di ragazzini mi ha messo in imbarazzo dimostrando concretamente di aver superato il bisogno di essere spinti e stimolati al raggiungimento di un obiettivo», commenta la professoressa di arte Dall’Agnol. «Volevano creare un effetto sorpresa e ci sono riusciti».
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