La «Sacra conversazione» all'asta, ma prima c'è il tour europeo

Il capolavoro di Tiziano “Sacra Con- versazione” è in vendita a New York
Non c'è dubbio che i capolavori artistici siano stati sempre una forma di investimento, specie in tempo di crisi. E Tiziano, che fu sempre accorto amministratore della sua stessa bravura, certo non avrà da ridire sulla scelta della casa d'arte Sotheby's, decisa sì a mettere all'asta il dipinto del maestro cadorino "Sacra Conversazione" il 7 gennaio 2011 a New York, ma solo dopo averla esposta in importanti capitali europee: a Parigi dal 15 al 18 novembre, ad Amsterdam dal 26 al 30 novembre, a Londra dal 4 all'8 dicembre. Non sfugge certo la volontà di accendere i riflettori per tempo su quest'opera, facendo lievitare l'interesse degli esperti e presumibilmente anche le offerte di tanti potenziali acquirenti, ma bisogna pur riconoscere che le mere ragioni economiche si sposano alla perfezione con l'esigenza culturale, permettendo a molti di avvicinarsi alla bellezza di un quadro e all'arte del suo autore, fatto questo altrimenti impossibile da conseguire. Va ricordato, infatti, che si tratta di un dipinto mai apparso in pubblico da oltre trent'anni, la cui stessa fruizione e conoscenza sono rimaste finora appannaggio di pochi cultori e fortunati eletti. E non solo: non è escluso, infatti, che il battage pubblicitario suscitato dall'evento possa indurre lo stato italiano, e nella fattispecie il ministro Bondi, a metter mano al portafoglio per cercare di riportare in Italia l'opera in questione. L'asta di gennaio potrebbe anche stabilire un nuovo record: se nel 1991 il Getty Museum di Los Angeles sborsò circa 10 milioni di dollari per Venere ed Adone dello stesso Tiziano, è lecito pensare che questa Sacra Conversazione possa arrivare a 15, forse addirittura 20 milioni di dollari. Il dipinto è fatto risalire al 1560 (e quindi alla piena maturità del cadorino) e raffigura la Madonna con Gesù Bambino, S. Luca e S. Caterina d'Alessandria. Il focus della composizione si riconosce nel rapporto di tenerezza evidente tra S. Caterina e il bambino, rappresentato in posa giocosa, proteso verso le mani della santa, sotto lo sguardo vigile della Madonna e di S. Luca. Sappiamo che l'opera nel 1620 era ben conosciuta da Anthony van Dyck, che ne ricavò un pregevole schizzo per il suo Italian Sketchbook oggi al British Museum di Londra. Da allora però e per secoli le tracce rimangono incerte e gli studiosi ritengono che il dipinto sia rimasto a lungo nella dimora del proprietario della fabbrica di orologi J. Chevalier. Nel 1956 l'opera venne acquistata dal banchiere tedesco Heinz Klisters, che la inserì nella sua già ricca collezione privata in Svizzera, dimostrandosi sempre restio a concederla per esposizioni pubbliche. Ecco perché essa è rimasta pressoché sconosciuta al grande pubblico fino ad oggi. Adesso però la decisione della vedova di Klister di metterlo all'asta romperà siffatto silenzio e saranno in molti ad appassionarsi alla sua sorte: finirà in un prestigioso museo o piuttosto nell'asettico ma discreto caveau di una banca? (w.m.)
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