La risonanza magnetica deve attendere

Serve ancora tempo per completare la piastra chirurgica, la Regione non approva la richiesta di avere subito l’apparecchio
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FELTRE. La nuova risonanza magnetica può attendere, al Santa Maria del Prato. L’Usl aveva chiesto di avere già quest’anno una delle apparecchiature acquistate dal Consip, la centrale acquisiti della pubblica amministrazione, ma la Regione non ha ritenuto opportuna l’anticipazione, considerato che i lavori del nuovo blocco operatorio, che consistono anche nella ristrutturazione e riqualificazione funzionale di radiologia, non sono vicini al traguardo.

In un ospedale commissariato, ma riconosciuto nella sua valenza di centro di riferimento regionale per la chirurgia oncologica del tratto gastrodigerente, la notizia che la nuova risonanza per Feltre non è compresa nella partita di risonanze acquistate per quest’anno a livello nazionale è stata registrata come un segnale negativo, viste le potenzialità acquisite dagli addetti ai lavori, in particolare dai medici.

Ma il commissario dell’Usl 2, Adriano Rasi Caldogno, non drammatizza. «La nuova acquisizione sarà compresa in una procedura espletata entro l’anno ed entrerà nel pacchetto della prossime destinazioni. Del resto, la variante alla quale si è dovuto provvedere in corso d’opera per la realizzazione della futura piastra chirurguca sposta al 2017 la consegna dell’opera finita a livello di contenitore. La risonanza è un contenuto importante che però deve poter trovare la giusta collocazione, a lavori finiti, nel nuovo blocco. Questo non succederà invece per quanto riguarda la Tac multistrato che sta per arrivare al Santa Maria del Prato e che andrà ad affiancare quella attuale in dotazione dell’ospedale».

La Tac multistrato, il cui acquisto è stato autorizzato dalla commissione Crite nel 2014, dovrebbe arricchire il parco tecnologico di radiologia entro breve. Il Centro acquisti sanitari regionale (Cras) ha autorizzato la spedizione del macchinario, si conferma dalla dirigenza Usl.

La quale, a suo tempo quando il ministero aveva autorizzato la dotazione del Santa Maria del Prato, aveva già provveduto ad effettuare la verifica ispettiva per l’adeguatezza dei locali dove questo importante strumento per la grande diagnostica sarà collocato, cioè nella radiologia attuale in attesa che anche questa sia riadeguata nella partita complessiva della piastra.

Le ultime assicurazioni sulla consegna dei lavori del monoblocco chirurgico, tuttora fermo al grezzo, si riferiscono al 2017. La variante che si è messa di traverso in corso d’opera è stata soprattutto di tipo strutturale. Il monoblocco non solo deve essere adeguato ai nuovi parametri sul ricircolo dell’aria, ma deve aderire alle prescrizioni sul dimensionamento delle sale in base al volume di attività. Quindi l’Usl, nei mesi scorsi, ha dovuto rimettere mano alla metratura delle rispettive sale, ampliando quelle dove si opera di più e ridimensionando quelle con meno interventi effettivi.

Laura Milano

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