La promessa di Giulio sposo felice e ironico che ha scelto l’amore

A San Vittore la cerimonia celebrata dal fratello missionario. Applausi e affetto per chiudere una vicenda chiacchierata
matrimonio a san vittore
matrimonio a san vittore

FELTRE. «La messa è finita, andate in pace». Con autoironia e un pizzico di irriverenza, il novello sposo Giulio Antoniol si impossessa del microfono per congedare i presenti, invitati nella chiesa del santuario dei santi Vittore e Corona per assistere alle nozze con la bella Alba, le più chiacchierate degli ultimi anni. Dopo un percorso travagliato, costellato da lunghe riflessioni e scelte sofferte, l'ex parroco del Duomo di Feltre ha fatto la scelta più importante, ha dismesso l'abito talare, ha sciolto i voti e ha deciso di stringere un'altra promessa davanti a Dio, una promessa laica che corona «un amore sincero, profondo e coraggioso», così come lo ha definito don Augusto Antoniol, arrivato dal Niger due settimane fa per sposare la sorella prima, il fratello Giulio poi.

I curiosi arrivati non sono molti, nel rispetto di una celebrazione privata e con pochi invitati, accuratamente selezionati. Impaziente di raggiungere Giulio che la sta aspettando in cima alla scalinata, la promessa sposa comincia a salire senza nemmeno aspettare il padre, forse per dimenticanza, per poi essere fermata dai commenti incalzanti dei parenti. In un lungo abito bianco con i risvolti ornati da seta color lilla, Alba raggiunge Giulio con passo sicuro e deciso, seguita dal figlioletto che porta il cuscino delle fedi, e viene accolta sul sagrato della chiesa da un applauso spontaneo e incoraggiante. Lui, in abito nero, camicia bianca e cravatta grigia, la saluta con due baci sulle guance, per poi affrettarsi a entrare in chiesa e fermarsi di fronte all'altare per assistere all'ingresso della sposa. Le letture scelte per il matrimonio parlano di amore fraterno, di uguaglianza davanti a Dio, di «amare ciò che Dio ha messo a nostra disposizione sulla terra». Messaggi evangelici che ricordano il valore del perdono e della tolleranza, e in maniera nemmeno troppo implicita. Dopo aver sposato tante coppie, Giulio recita a memoria la promessa matrimoniale, guardando Alba dritto negli occhi, con una fermezza inaspettata da un animo schivo e pacato come il suo. Lei, per tutta risposta, legge con difficoltà, incespica, alla fine esplode in una risata imbarazzata, suscitando l'affettuosa comprensione degli invitati. Lo scambio delle fedi viene seguito da un altro applauso, questa volta scrosciante. Dopo la lettura degli articoli e il congedo di Giulio di fronte a una platea non intenzionata a uscire, i novelli sposi si lasciano alle spalle la chiesa per essere bagnati da una cascata di riso. Il lancio del bouquet sancisce l'inizio dei festeggiamenti. E che sia ora, come afferma una signora presente, «che la chiesa cambi linea e permetta anche ai sacerdoti di sposarsi».

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