La prof esasperata chiamò i carabinieri prosciolti gli studenti

La classe non è più dietro la lavagna. Il Tribunale dei Minori di Venezia ha archiviato per sempre il procedimento per l’ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio nei confronti degli studenti dell’Itis Negrelli di Feltre. Era stato il pubblico ministero della procura competente Mansueto Crepaz a chiedere che andasse a finire in questa maniera, anche perché soltanto l’insegnante di Chimica si lamentava dell’eccessiva vivacità di questi ragazzi. Quanto alla professoressa, che nel frattempo è stata trasferita sulla cattedra di un’altra scuola della provincia, non dovrà sopportare altre conseguenze.
Non si può parlare né di calunnia né di simulazione di reato, perché qualcosa è successo e i carabinieri della Compagnia di Feltre sono arrivati e hanno comunicato alla procura la notizia di reato. E per l’eventuale diffamazione, cioè il fatto di averne parlato in consiglio d’istituto, ci vorrebbe una querela da parte dei genitori. Uno studente, in particolare, sarebbe stato il leader della contestazione alla professoressa. Ma erano in tutto otto quelli che erano accusati di fare confusione; gli altri sono del tutto estranei ai fatti.
In un giorno di aprile di due anni fa, mentre la professoressa stava cercando di spiegare qualcosa alla lavagna, si era scatenato un lancio di palline di carta, al quale la donna aveva risposto con il lancio di un libro, finito in testa a uno studente della prima fila. Fu la minaccia da parte del giovane di chiamare il preside ad aver scatenato la telefonata al numero di emergenza dei carabinieri.
I militari, arrivati sul posto nel più breve tempo possibile, dopo aver fatto tutte le verifiche necessarie anche con la dirigente scolastica, avevano scritto una notizia di reato, finita sui tavoli della Procura dei Minori veneziana. Non poteva che essere altrimenti, ma poi si trattava di capire se l’accusa potesse essere o meno sostenibile in giudizio. Nessun altro insegnante si era lamentato della vivacità di quella classe e la professoressa di Chimica avrebbe dovuto rivolgersi al suo diretto superiore gerarchico, vale a dire la stessa dirigente, prima della chiamata al 112.
Ci sono stati dei giorni di sospensione e un votaccio di condotta, ma quello che preoccupava di più era il procedimento penale, che si è concluso con i tempi del Tribunale dei Minori, che è uno per tutta la regione e ha moltissimi fascicoli da esaminare. Il lavoro degli avvocati Lise, Licini, Resenterra, D'Agostini, Pauletti e Rech non andrà oltre. È finito con l’archiviazione. —
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