La preistoria in Val Rosna e Monte Avena
SOVRAMONTE. La storia dell’umanità sull’altopiano ha un sapore familiare. Le testimonianze rinvenute una trentina di anni fa nel sito del Campon di Monte Avena e la sepoltura di un cacciatore morto in località Val Rosna continuano a suscitare nuove intelligenti domande nelle giovani menti.
La conferenza intitolata “Trenta anni di ricerche sulle tracce dell’uomo preistorico” svoltasi nell’aula magna delle scuole con la collaborazione dell’associazione "Civiltà Surgive" e degli “Amici del museo” di Belluno era dedicata agli studenti delle classi terza quarta e quinta della scuola primaria e a quelli della prima media. E l’occasione è stata propizia per un confronto vivo tra i ragazzi e il relatore.
Il professor Mondini ha alimentato la fame di curiosità degli studenti che stanno studiando la storia della specie umana sui testi scolastici, mediante una serie di diapositive, illustrando in tal modo la particolarità e l’importanza dei ritrovamenti di Sovramonte. Il sito del monte Avena è uno dei pochi documentati che testimonia le prime operazioni «moderne» di estrazione della selce, dalla quale si ricavavano schegge taglienti usate per uccidere e scuoiare gli animali.
Più del racconto della scoperta in località Val Rosna è l’immagine dello scheletro del cacciatore, del tipo di Cro Magnon, che meraviglia i più piccoli. Il volto ricostruito dagli scienziati dall’Università di Pisa fa ipotizzare che già a quel tempo ci fosse già una notevole somiglianza con l’uomo contemporaneo. Magari con la barba incolta e i capelli castani come hanno provato a immaginarlo gli "Amici del museo".©RIPRODUZIONE RISERVATA
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