La montagna vera torna a Venezia: Silvia Cestaro è la seconda degli eletti
BELLUNO
Sindaco di Selva di Cadore, 48 anni, architetto urbanista con una profonda esperienza amministrativa iniziata già da giovanissima. Il secondo eletto in consiglio regionale per la provincia di Belluno è Silvia Cestaro, candidata nella Lista Zaia, e dopo tanti anni a Venezia torna un abitante della montagna vera.
«Era dai tempi di Floriano Pra e poi di Matteo Toscani che in Regione non veniva eletto qualcuno delle terre alte», conferma Cestaro. «Sono molto contenta ed emozionata. Ho messo grande impegno in questa campagna elettorale e sono felice di aver ricevuto voti da diverse zone della provincia». Cestaro ha preso 1.490 preferenze, che in una provincia come Belluno sono davvero tante, soprattutto se vivi in un paese che conta meno di 500 abitanti.
«Spero di portare il mio contributo e di far capire che ai colleghi che c’è moltissima differenza tra la Valbelluna e la montagna. Vivere nella zona alta comporta più fatica e più sacrifici, oltre a costi maggiori». La prima cosa da fare, infatti, secondo Cestaro, è perseguire un programma di defiscalizzazione della montagna: «Pensiamo alle famiglie: per far studiare un ragazzo alle superiori è necessario pagare un alloggio, ogni spostamento è lungo e costoso e questo crea una disparità notevole. Lo stesso si dica per le partite iva e per le imprese, che in prevalenza sono agricole e zootecniche e di certo non diventano ricche, ma non ricevono alcun sostegno. Bisogna dare un riconoscimento a chi sceglie di vivere e lavorare qui. È chiaro che deve arrivare da Roma, ma la Regione può portare la sua voce per far sì che le disparità vengano colmate».
Cestaro ricorda anche che ci sono altri obiettivi da perseguire, dalla tenuta della sanità alla viabilità e non solo, ma non dimentica i lati positivi del vivere in montagna: «Ho vissuto anche in città e spostarsi nel traffico non è molto più rapido. Qui, almeno, il panorama ti cambia la giornata. Fare un passo è disagevole, ma è anche uno spettacolo. Selva è al centro delle Dolomiti, è il sito numero 1 del patrimonio Unesco e io lo considero un grandissimo vantaggio. Detto questo i servizi servono, eccome!».
La prima esperienza amministrativa di Cestaro fu in commissione urbanistica, poi come assessore all’urbanistica, poi vicesindaco con delega alla cultura e un grande impegno nel Museo Cazzetta, uno dei più ricchi di storia delle Dolomiti, e infine sindaco.
Ruolo che ora dovrà lasciare: «Quando sono diventata sindaco, all’inizio, è stata durissima: Selva è comune di terza fascia, non ha fondi straordinari di nessun tipo. Non avevamo risorse, tutto era bloccato e lo scenario era sconsolante. Ma tutto questo, anziché essere un deterrente, mi ha fatto tirare fuori le unghie», e i risultati sono arrivati, visto che Selva è uno dei mercati immobiliari più ambiti delle Dolomiti e durante il lockdown i proprietari di seconde case si sono trasferiti in pianta stabile. «Dover lasciare il ruolo di sindaco è l’unica amarezza, ma rimarrò presente. Voglio lavorare con tutti i sindaci e le associazioni ed essere davvero utile». —
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