La mappa geologica è firmata Nicola Fullin

Laurea con lode e menzione speciale per la tesi del giovane Lo studio si concentra sull’area settentrionale del Cansiglio

TAMBRE

Un censimento geologico dell’area del Cansiglio, una zona tanto importante sotto questo profilo quanto ancora poco conosciuta (pensiamo per esempio ai depositi quaternari connessi all’attività sismica), è il frutto della tesi di laurea con cui Nicola Fullin, classe 1966, di Tambre, ha ottenuto il massimo dei voti con menzione speciale della Commissione del dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università di Ferrara, “in quanto il lavoro che ha svolto, con velocità e costanza sorprendenti, è la mappatura geologica di dettaglio di gran parte dell’altopiano dell’Alpago”.

Rilevamenti che non erano mai stati fatti prima d’ora e che saranno utilizzati come studio-base per successive ricerche relative al rischio idrogeologico e a quello sismico ed eventuali future pianificazioni territoriali. «Ho scelto questa tesi in accordo con i miei relatori, i professori Alberto Riva e Piero Zanolla, cercando di ovviare alla mancanza di una cartografia di dettaglio della zona settentrionale del Cansiglio», spiega Fullin facendo presente che esisteva una carta dell’Alpago realizzata da Semenza e Mantovani “che però non la includeva”.

L’area in questione misura 17 km quadrati e comprende Campon e Pian Osteria, espandendosi fino a Croseraz, Forcella, Monte Forcella, Monte Lastè e Monte Cavallo. A nord Sant’Anna e Col Indes fino alla località Due Ponti. «Gps alla mano ho svolto rilevamenti per un anno», prosegue Fullin che, coronato di alloro, ha ringraziato la sua famiglia per averlo mantenuto agli studi.

«I dati raccolti poi li ho riportati su un quaderno di campagna speditiva per trasportarli in seguito in un ambiente Gis in grado di gestirli attraverso particolari programmi informatici. Ne è risultata infine una mappa in formato elettronico Pdf, che sottolinea le caratteristiche geologiche dell’area scelta e che può essere utilizzata in diversi ambiti e per altri studi». Molto interessante ne è risultata la zona di confine tra due domini paleografici diversi, il bacino di Belluno e la piattaforma friulana, un’area soggetta a eventi significativi e finora poco indagata. A segnalare l’impresa del loro amico sono stati i giovani della Consulta Alpago (CGA), sempre presenti sul territorio con iniziative di volontariato: «Oltre che uno studio importante per l’Alpago è un esempio per dire ai giovani alpagoti che anche se costretti a studiare fuori sede, guardino sempre verso casa». —



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