La mano schiacciata ma ha delle colpe

LIMANA. La mano schiacciata in una macchina. È arrivato in tribunale l’incidente sul lavoro del 13 novembre di tre anni fa, alla Cafiero. L’infortunata è una donna feltrina, che ha lavorato per 18 anni nell’azienda di Limana e quel giorno stava operando a un macchinario che serviva alla stampa delle aste degli occhiali. Chissà quante volte aveva fatto quella stessa operazione; stavolta è successo un imprevisto che le è costato un gran dolore al medio e all’anulare di una mano e ha portato a processo il suo datore di lavoro e responsabile della sicurezza Aldo Cafiero, per lesioni personali colpose.
La donna, che è parte offesa ma non si è costituita parte civile, perché potrebbe già essere stata risarcita, ha parlato di fratture, minimo di microfratture, mentre l’avvocato difensore Fioraso ha precisato che si è trattato semplicemente di traumi da schiacciamento. Sentita dal pubblico ministero Rossi e dal giudice Cittolin, ha spiegato il funzionamento di quel macchinario composto anche da uno stampo e da un certo numero di fotocellule e, quando si è trattato di descrivere il suo infortunio, non ha escluso di aver azionato inavvertitamente un pedale che ha messo in moto il congegno, che finirà per schiacciarle la mano.
Insomma, potrebbe avere delle responsabilità su quello che le è successo in quella giornata complicata. La prognosi non è stata molto lunga e, nel momento in cui è tornata al lavoro, si è accorta del fatto che quel macchinario non era più accanto agli altri. Era stato rimosso da parte della proprietà. L’udienza è stata piuttosto veloce, perché non c’erano altri testimoni da ascoltare.
Il giudice ha rinviato al 12 settembre, alle 11.30, anche per l’eventuale discussione: requisitoria dell’accusa, arringa della difesa e sentenza. (g.s.)
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