La mano messa sulla spalla: violenza privata
VAL DI ZOLDO. Una mano sulla spalla e un invito: «Vieni più avanti che ti faccio vedere una cosa». Sembra qualcosa di assolutamente innocuo, ma pochi metri di camminata sono bastati a uno zoldano per denunciare un paesano per violenza privata e portarlo in tribunale. Da ricordare che il delitto punito dall’articolo 610 del codice penale si configura quando “chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa”.
I fatti dell’8 dicembre 2011 (non manca più molto alla prescrizione) sono avvenuti a Forno, sotto un portico pubblico. Si discuteva di travi, ma anche di una festa che sarebbe stata organizzata di lì a pochi giorni.
A un certo punto, secondo il testimone ascoltato ieri mattina dal giudice Cittolin e dal pubblico ministero Rossi, il futuro imputato mette effettivamente la mano sulla spalla e pronuncia una frase che sembrerebbe un invito garbato, ma non è ancora dato sapere cosa nasconda. Forse qualcosa di grave, se è vero che c’è un processo penale a carico di M.G. in piedi e, per una delle poche udienze celebrate ieri (sciopero di cinque giorni degli avvocati penalisti per la riforma del processo penale), c’erano tre persone interessate tra il pubblico.
Non ci sarà nemmeno l’esame dell’imputato, come pareva in prima battuta, ma non mancheranno delle spontanee dichiarazioni, nel frattempo il processo è stato rinviato dal giudice Cittolin. (g.s.)
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