La lotta contro i tumori parla pontalpino con Caterina Fontanella

Caterina Fontanella premiata dall’American Society of Clinical Oncology per gli studi sulla ricomparsa del cancro al seno
Caterina Fontanella
Caterina Fontanella

PONTE NELLE ALPI. La ricerca per la lotta dei tumori parla anche bellunese. Tra le quattro italiane (tutte trentenni) premiate al meeting dell'American Society of Clinical Oncology (Asco), che si è svolto nei giorni scorsi a Chicago, c’è infatti anche Caterina Fontanella, originaria di Col di Cugnan.

Classe 1982, la pontalpina ha ricevuto il prestigioso “Conquer cancer foundation merit award recipients 2016” nel corso congresso dell'Asco, il più importante appuntamento annuale sull'oncologia, dove si incontrano esperti provenienti da tutto il mondo.

Il progetto che ha permesso a Caterina di aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento consiste in un modello che va a predire il rischio di ricomparsa del tumore nelle pazienti con cancro della mammella, dopo che sono state operate e hanno fatto la chemioterapia. «Il modello di chiama Star Score», spiega la giovane ricercatrice, «ed è stato sviluppato su un campione di oltre 4 mila pazienti. A mio avviso, la forza di questo progetto consiste nel fatto che è facile da usare e non richiede analisi aggiuntive rispetto a ciò che ogni oncologo ha in mano alla prima visita con la paziente».

Come si diceva, l'Asco Merit Award è un premio che l'Associazione americana di oncologia clinica assegna annualmente a giovani oncologi le cui ricerche vengono considerate particolarmente meritevoli. «Gli studiosi inviano i propri progetti», precisa Caterina, «e poi l’associazione seleziona i migliori. Oltre 800 mila i lavori pervenuti da tutto il mondo». Le premiazioni si sono tenute nei giorni scorsi a Chicago, davanti a 35 mila persone. «È veramente una grandissima soddisfazione e un’emozione veder riconosciuto il proprio lavoro, specie in un contesto così importante», sottolinea Caterina.

Guardando la sua biografia, la ricercatrice pontalpina ha frequentato il liceo “Renier” a Belluno e poi si è iscritta alla facoltà di medicina e chirugia all'università di Trieste, dove si è laureata nel 2010 con 110 e lode. Ha poi iniziato la specializzazione in oncologia medica, durante la quale ha lavorato 18 mesi al German Breast Group di Francoforte (uno dei più prestigiosi gruppi internazionali per la ricerca sul tumore mammario).

Ora è specializzanda all’ospedale di Udine. «Discuterò la mia tesi di specializzazione a luglio di quest'anno», fa presente la ricercatrice. «Nel mio immediato futuro c'è una collaborazione con l'Istituto nazionale tumori di Milano, a partire dall'estate». E l’obiettivo di Caterina è rimanere in Italia, «magari riavvicinandomi a casa», commenta. «Mi rendo conto che questo non sia semplice. I giovani ricercatori, nel nostro paese, non hanno moltissimo spazio, a dire il vero. Nei grandi istituti di ricerca si riesce a lavorare, soprattutto si può fare ricerca clinica, ma sempre con contratti abbastanza precari che, se va bene, si rinnovano annualmente. Però è una possibilità che voglio darmi. Ritengo sia importante provare a cambiare le cose qui, prima di mollare e andarsene all’estero».

Martina Reolon

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