La foto del Pelmo per pubblicizzare l’Alto Adige e le sue mele: poi le scuse

Una splendida immagine del Pelmo per pubblicizzare l’Alto Adige e le mele della Val Venosta. Domenica sulle proprie pagine Facebook e Instagram una delle aziende più prestigiose e note della provincia di Bolzano, la Marlene, ha messo in bella vista un cesto delle famose mele, con sullo sfondo il Pelmo, “el caregón del Padre Eterno”, la splendida montagna bellunese che si innalza tra l’Agordino, il Cadore e Zoldo, e alla chiesetta di Santa Fosca in comune di Selva di Cadore.
Che c’è di male? Niente se non fosse per la scritta che accompagna la fotografia: «L’autunno è tornato! Vieni con me ad ammirare i colori delle valli dell’Alto Adige… Io vengo da qua!». Da qua? Proprio da qua? Dalla valle che separa Colle Santa Lucia da Selva di Cadore? Difficile.
È vero che Colle Santa Lucia un tempo, come l’Alto Adige, era Austria, ma di meleti qui non se ne vedono granché. Il montaggio fotografico ha scatenato le ire dei bellunesi e dei veneti sul social network.
i commenti
Qualcuno ha scelto la strada dell’ironia evidenziando l’invidia degli altoatesini per la mancanza da loro di cime così belle o ipotizzando la pubblicità ingannevole (“uno va in Alto-Adige in cerca del Pelmo e non lo trova oppure uno va a Selva e non trova le Marlene”). Qualcun altro è salito in cattedra e ha bollato con un due (o con uno zero) la preparazione in geografia dei vicini di regione. Altri vanno giù più duri: “Siete senza vergogna”, dicono, forse pensando anche alle vecchie e nuove battaglie per la Marmolada tra bellunesi e trentini.
Uso consapevole oppure no? Un semplice errore, secondo l’azienda.
Sempre su Fb qualcuno spiega come potrebbero essere andate le cose: chi cura la campagna pubblicitaria dell’azienda sul social ha comprato online una foto del Pelmo e l’ha usata per un fotomontaggio con le mele senza neanche tener conto (osserva un fotografo) che la luce che illumina le mele arriva da sinistra e quella che illumina il Pelmo da destra.
le scuse
Passati due giorni, e sommersa da commenti tutti molto negativi, soprattutto dopo che la notizia è rimbalzata sui social, l’azienda si è scusata. «Ci scusiamo con voi e con tutti i nostri utenti – ha scritto ieri attorno a mezzogiorno lo staff di Marlene – purtroppo nel processo di creazione dei contenuti è mancato un controllo sulla provenienza della foto. Le vostre segnalazioni ci aiuteranno a non ripetere quanto accaduto. Non era nostra intenzione approfittare della vostra bellissima terra per promuovere il nostro prodotto, e chiediamo nuovamente scusa perché proprio noi sappiamo quanto è importante l’identità di un territorio». Mancano in queste scuse qualsiasi riferimento al Pelmo, che andava citato.
Tutta colpa della società di marketing che cura i social per l’azienda e che ha sede in una città del nord, come fa sapere la società.
Non è la prima volta che accade, anzi praticamente accade di continuo, perfino sui libri di scuola, per non parlare delle televisioni e dei giornali che piazzano i paesi della provincia bellunese dove capita. Ma anche i vicini non mancano di superficialità.
i precedenti
Negli ultimi anni, è accaduto spesso che trentini e altoatesini abbiano “venduto” parte del territorio bellunese spacciandolo per loro proprietà.
È successo nel novembre 2018 quando Trentino Marketing pubblicò a tutta pagina sui quotidiani nazionali una foto con le baite e le nevi di Fuciade (Trentino) e sullo sfondo il Mulaz e il Focobon (Falcade, Bellunese) corredata dallo slogan “Trentino. Le Alpi in stile italiano”.
Il 20 gennaio scorso l’Apt della Val Di Fassa aveva postato una bella foto delle piste da sci del San Pellegrino sempre con il Focobon e il Mulaz. Foto scattata dalla stazione di monte del Col Margherita che – diceva l’Apt fassana – “è in Val di Fassa” e quindi in provincia di Trento. Ma in realtà la stazione di valle è di Moena, mentre quella di monte è di Falcade.
Facendo un passo più indietro, nel 2016 Visit Trentino si era “appropriato” dell’Agnér “Gigante di pietra” per suggerire di godersi il panorama della Val di Fassa; e nel 2017, nel giro di tre giorni, sempre Visit Trentino aveva usato due volte le montagne bellunesi per promuovere il Trentino: le strade del Giau versante Cortina erano diventate “le nostre strade” e il gruppo del Focobon il contesto per ricordare che “in Trentino ci sono 1000 alberi per ogni abitante, una verde oasi di pace e relax”. Post rimossi in breve. Cosa che invece Marlene non ha fatto. «Abbiamo preferito non cancellare il post – ha scritto l’azienda su Fb – per rispetto a chi ha segnalato l’errore». —
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi