«La festa delle erbe occasione perduta per il centro storico»

Sull’evento abolito, i negozianti della cittadella replicano: «Il Comune non ha mantenuto la promessa di aiutarci»

FELTRE. A passare per i soliti guastaeventi proprio non ci stanno. Perché se la seconda edizione di “Salute alle erbe” è saltata «è anche colpa dell'amministrazione comunale che non ci ha dato una mano come promesso lo scorso anno». Michela Frassenei dell'Armadio di Penelope e Christian Miotto di Seconda pelle sono «stufi di passare sempre per quelli che pensano solo ai propri affari. Questa manifestazione ce la stavamo organizzando da soli, senza nemmeno l'appoggio di “Fel320”. Poteva essere una bella occasione di rilancio della città com'è stata l'anno scorso, ma si è voluto guardare solo al lato commerciale della proposta, senza vedere le degustazioni, i laboratori per bambini, gli ingressi abbinati al museo. Ci è stato detto che non ci sono più fondi per finanziare manifestazioni, ma noi non chiedevamo soldi», puntualizza la commerciante, visibilmente alterata, «chiedevamo solamente qualche agevolazione. Ma se per avere una sala ad uso gratuito, com'è stato per il Fondaco delle Biade, poi ci viene imposto di pagare la vigilanza, allora non ci capiamo. Noi abbiamo chiesto solo di evitare il pagamento della Tosap, ma questo ci è stato negato perché la manifestazione è a carattere commerciale: però vorrei vedere come la pagano gli espositori della Fiera dell'oggetto ritrovato», prosegue, provocatoria. «Altra cosa che ci manca da tempo è un allacciamento elettrico, visto che ogni volta che organizziamo qualcosa quassù ci tocca tirare la corrente dai nostri negozi. È da un anno e mezzo che aspettiamo un contatore qua davanti e ancora non ce l'hanno dato».

«Il problema qui è la competizione che impedisce a chi si sforza di portare a termine iniziative come questa, che avrebbe portato un indotto turistico alla città e alla cittadella», decreta Miotto, che prosegue: «La gente non capisce che il mio guadagno non aumenta se mi metto il banchetto di erbe davanti al negozio. Se volevo seguire l'interesse avrei trasferito il mio negozio in centro città, invece che lasciarlo in centro storico. La gente qui ci viene, il problema è che in questa città non c'è la dovuta accoglienza turistica. È evidente che manca un'idea di come far ripartire la cittadella». (f.v.)

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