«La delibera relativa alle strade silvo-pastorali è illegittima e va revocata al più presto»
Lo dice l'avvocato che cura gli interessi dei proprietari dei terreni sul monte Fertazza: «La comunità montana non li ha informati»

Una strada silvo-pastorale
SELVA DI CADORE.
«La dichiarazione di silvo - pastoralità per quelle strade è illegittima. La Cma revochi la sua delibera del 2009». Questo il parere dell'avvocato Jacopo Molina (Studio Legale Bettiol & Associati di Venezia), legale di alcuni proprietari di terreni sul Monte Fertazza. La vicenda è quella legata all'inserimento all'interno del Piano della Viabilità silvo - pastorale da parte della Comunità Montana Agordina di alcuni tracciati, mai classificati prima come strade carrozzabili, che passano su terreni di privati, senza che i proprietari ne siano stati minimamente informati.
I casi più numerosi sono stati denunciati nei Comuni di Selva di Cadore e Alleghe. Di recente uno anche ad Arabba. I privati hanno protestato, sentendosi usurpati delle loro proprietà e manifestando i timori per le eventuali responsabilità a loro carico per i mezzi in transito. Sul caso anche la Procura della Repubblica ha aperto un'indagine dopo l'esposto di alcuni cittadini di Selva. Questa sera l'argomento sarà all'ordine del giorno in consiglio della Cma. La delibera era stata rinviata nel corso dell'ultima seduta per acquisire un parere legale. «Da anni», spiega l'avvocato Molina, «alcuni proprietari di fondi sul monte Fertazza avevano notato un intensificarsi di transiti di fuoristrada sui loro terreni. Temendo il maturare di diritti reali e la responsabilità per eventuali incidenti, i proprietari chiedevano ai conducenti di versare un affitto simbolico e rilasciare una dichiarazione di esonero da responsabilità. Il conducente dell'auto di contro, faceva intimare da uno studio legale di astenersi da ogni richiesta, reclamando l'acquisizione di una servitù di passaggio, che i proprietari subito contestavano, mancando i presupposti di legge. Lo stesso chiedeva del tempo per consultare altri legali, ma dopo pochi mesi i percorsi, all'insaputa dei proprietari, venivano dichiarati dalla Cma "strade - silvopastorali"». «Per poter essere dichiarate tali», spiega ancora Molina, «quelle che attualmente sono solo "tracce" lasciate sulle piste da sci dai veicoli delle società che gestiscono gli impianti di risalita, devono diventare vere proprie strade. Per tale procedura sono indispensabili: l'avviso a tutti i proprietari dei terreni, il loro consenso, il regolamento dei transiti, la costituzione di un Ente responsabile della manutenzione, il nulla osta in relazione al vincolo idrogeologico ed altro ancora. Perciò quanto deliberato dalla Cma costituisce chiaramente una "abnormità" perché ha inserito fra le strade silvo-pastorali regolari (quasi sempre comunali), due percorsi abusivi di proprietà privata, sui quali nessuna autorità, hanno il potere il mutare il regime dei transiti senza il consenso dei titolari». Il Corpo Forestale dello Stato, meno di un anno fa, ha rilevato alcune illegittimità nella delibera ed ha invitato la Cma a revocarla, invito a tutt'oggi rimasto senza seguito. La situazione va sanata al più presto, altrimenti si potrebbe ipotizzare una responsabilità penale e contabile-amministrativa anche a carico dei consiglieri della Cma che hanno espresso voto favorevole alla approvazione della delibera.
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