La danza, pochi lustrini e tanti sacrifici

SANTA GIUSTINA. È uscito un quadro ben poco poetico del mondo della danza classica dalle parole di Mariafrancesca Garritano, ospite sabato al Centro Papa Luciani per presentare il suo libro “La...

SANTA GIUSTINA. È uscito un quadro ben poco poetico del mondo della danza classica dalle parole di Mariafrancesca Garritano, ospite sabato al Centro Papa Luciani per presentare il suo libro “La verità, per favore, sulla danza”, in cui racconta la sua storia di ballerina, iniziata quando, a 16 anni, si è trasferita a Milano dalla Calabria per entrare nella scuola del Teatro Alla Scala di Milano. Un racconto fatto di tanti sacrifici per eccellere in una passione, sacrifici anche fisici e psicologici, che l’hanno portata ad essere una delle soliste del corpo di ballo, prima di essere licenziata per perdita del rapporto di fiducia. La causa vera del licenziamento era, però, l’aver ammesso in un’intervista che anche in Italia, come già era emerso da un’indagine inglese, almeno una ballerina su 5 soffre di disturbi alimentari, soprattutto anoressia e bulimia.

Un problema che, secondo la Garritano, non viene affrontato correttamente dai maestri, che sottolineano molto i problemi di peso delle allieve, spingendole più o meno consciamente a diete drastiche e sbagliate, che facilmente sconfinano nell’anoressia. Anche Mariafrancesca ha sofferto di anoressia negli anni della scuola, uscendone poi con il tempo e chiedendo aiuto a esperti esterni. La presenza di Alessandra Pinetti, una ragazza che ha sofferto di anoressia, e dopo esserne uscita ha voluto dedicare la sua tesi di laurea ai risvolti sociologici di questa malattia, ha reso evidente come sia molto facile oggi cadere in queste patologie: per questa ragazza la voglia di eccellere negli studi faceva si che non trovasse il tempo di mangiare. Ma quello che ha voluto mettere in evidenza con la sua tesi è il fatto che l’anoressia coinvolge le famiglie e gli amici dei malati, che si trovano spiazzati e non sanno come rapportarsi con il malato, che spesso non ammette di essere tale.

Una sensazione confermata da alcuni genitori dell’associazione Margherita di Belluno, che si occupa proprio di disturbi alimentari. Un messaggio di speranza lo ha portato invece Tiziano Izzo, insegnante di religione in un liceo coreutico di Milano, che ha tra le materie principali proprio la danza: con un lavoro diventato un libro “Hai mutato il mio lamento in danza” Izzo ha recuperato la danza come preghiera, una forma che noi abbiamo quasi dimenticato mentre invece è molto diffusa in Africa. Anna Apollonia

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