La corsa dei ceri è ritornata a Fodom

In 1500 da Gubbio a Pian di Salesei per rievocare la festa celebrata cent’anni fa dai soldati umbri ai piedi del Col di Lana
LIVINALLONGO . Dopo cent’anni la corsa dei ceri di Gubbio è tornata sotto il Col di Lana. Più di millecinquecento eugubini, tutti con il fazzoletto rosso al collo come i loro antenati, soldati della Brigata Alpi che il 15 maggio del 1917 celebrarono la loro festa anche in tempo di guerra, hanno invaso ieri pacificamente e festosamente la spianata davanti all’ossario di Pian di Salesei per celebrare e ricordare quell’evento straordinario.


Una festa in guerra, i ceri al fronte: un fatto eccezionale e rimasto unico per la città di Gubbio e per gli eugubini. Se è vero quanto ha detto il sindaco di Livinallongo Leandro Grones che «Gubbio vive negli eugubini», ieri un pezzo di quella città, ma il cuore, quello si intero, dei suoi abitanti e del loro attaccamento ai ceri ha invaso tutta la vallata fodoma.


Le riproduzioni fedeli delle tre “macchine” realizzate dai mastri artigiani di Gubbio dedicate a S. Ubaldo, S. Giorgio e S. Antonio erano arrivate ancora venerdì per essere collocate all’interno della cappella dell’ossario, dove resteranno a memoria di questa giornata. Ieri già di buon mattino posizionati all’esterno, i ceri hanno accolto gli eugubini arrivati fin sotto il Col di Lana con ogni mezzo: persino una staffetta in bicicletta. Un fiume di gente, formato anche da valligiani e turisti che ha ben presto riempito i prati intorno all’ossario dove riposano 4700 soldati tra italiani e austroungarici.


La cerimonia è iniziata con la posa di quattro corone portate dal gruppo alpini Col di Lana, che con i Comuni di Livinallongo e di Gubbio ha organizzato l’evento, il 24º Jaegerbattalion di Lienz e gli Schützen fodomi, l’Università eugubina Arti e mestieri e della città di Gubbio. Presenti associazioni d’arma, forze armate italiane ed austriache, istituzioni. Tra queste, oltre ai sindaci dei comuni di Livinallongo, Grones, e di Gubbio, Filippo Maria Stirati, gemellati proprio nel nome della festa dei ceri corsa a Pian di Salsesei, c’erano il presidente della sezione Ana di Belluno, Dal Borgo, il consigliere provinciale Svaluto Ferro, il presidente del consiglio regionale Ciambetti, il deputato Gidoni, la senatrice Bellot ed alcuni sindaci dell’Agordino. La Regione Umbria era rappresentata dal consigliere Smacchi. Gli interventi sono stati aperti dal capogruppo Ana di Livinallongo, Luca Deltedesco, braccio operativo del Comune per questa manifestazione, che ha ricordato le iniziative organizzate dal 2014 per il centenario della Grande Guerra.


Mauro Pierotti, presidente degli Eugubini nel mondo, non ha fatto solo un resoconto storico della corsa dei ceri a Pian di Salesei, ma ha sottolineato l’emozione di tutti gli eugubini nel rivivere la loro festa ai piedi del Col di Lana: con gli stessi sentimenti dei loro nonni cento anni prima. «I ceri sono una festa alla vita», sono state le parole del sindaco Stirati prima della messa celebrata dal vescovo di Gubbio, monsignor Mario Ceccobelli, dal parroco di Livinallongo, don Dario Fontana, e dal cappellano militare don Lorenzo Cottali.


Appena pronunciato l'amen, 1500 voci si sono unite nel tradizionale canto dei ceri che ha accompagnato i ceri ed i ceraioli in una corsa simbolica davanti all'ossario a ricordo di quella compiuta cento anni fa. Una corsa che i ceraioli hanno voluto condividere con la gente, invitando più di qualche presente ad alternarsi sotto ai pesanti baldacchini.


Oggi, invece, non si salirà al Col di Lana a causa del maltempo, ma verrà celebrata alle 11 la messa a Pieve di Livinallongo.


Lorenzo Soratroi


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