La Cooperativa La Fiorita: «Ci sono stipendi a rischio»

CESIOMAGGIORE
«Inizio a non dormire più la notte. Qui il problema diviene ogni giorno sempre più serio. Come faremo a pagare i nostri dipendenti? E ai nostri soci quali consigli diamo? ».
Il grido di allarme di Eugenio Garlet risuona forte e preoccupante in piena emergenza Coronavirus. Il presidente della Cooperativa la Fiorita deve gestire con i suoi collaboratori il periodo più complicato degli oltre 40 anni di storia della realtà cesiolina.
La cooperativa agricola con sede a Toschian sognava ampliamenti, nuovi macchinari ed un mercato sempre più diffuso. Adesso l’unico obiettivo reale è sopravvivere ad un 2020 che nemmeno nel peggior incubo ci si poteva immaginare così duro e complicato da attraversare.
NUMERI DESOLANTI
«Preoccupati? Assolutamente sì», ammette Garlet. I due punti vendita di Trichiana e Busche vedono entrare pochi clienti, le consegne si sono ridotte di parecchio. Neppure la Pasqua ha dato una mano. Agriturismi, ristoranti, rifugi: tutto chiuso, quindi niente ordini e prenotazioni. I supermercati portano nei propri scaffali lo stretto indispensabile. In prospettiva poi il dramma rischia di acuirsi. Il turismo primaverile è perso, quello estivo lo si può rappresentare con un enorme punto interrogativo.
Inoltre mancheranno (quasi) totalmente sagre, mercatini e fiere. La stessa “Festa della patata” a Cesiomaggiore, organizzata proprio dalla Cooperativa, è tutt’ora in bilico pur essendo programmata a fine agosto. Magari succederà il miracolo e le cose miglioreranno più in fretta di quanto ora si riesca a pensare. Ma con la speranza non si manda avanti una cooperativa, né tantomeno si riesce a dare certezze alla filiera produttiva che la circonda.
«Nei due nostri negozi teniamo aperto solo al mattino, in modo da esporre il meno possibile al rischio contagio i commessi. Le presenze di clienti sono ridotte al minimo. Parliamo di un calo di vendite in loco dell’80%, mentre gli ordini tramite internet risultano diminuiti quasi della metà».
Il perché è presto detto. «Le persone non possono spostarsi fuori comune e, in linea di massima, chi si reca al supermercato dopo non va ad acquistare questo o quel prodotto nel nostro negozio. Il caso di Busche penso sia emblematico: gli abitanti di Lentiai o a Feltre non possono andare, chi sta a Cesio o nelle altre frazioni del comune difficilmente scende sino a Busche. Inoltre l’assenza di turisti va ad amplificare i numeri in drastico calo».
E se la Cooperativa non guadagna... «Fatica a pagare. Garantiremo con qualche difficoltà lo stipendio di aprile. Dopo però?». Impossibile poi dimenticare i soci agricoltori, altrettanto in difficoltà. «Mi domandano se devono seminare e quanto. Ed io fatico a dar loro una risposta».
URGONO AIUTI
Garlet da lunedì effettuerà un giro di telefonate. «Chiederò ai nostri rappresentanti politici come dobbiamo muoverci. Di certo la soluzione non può essere rappresentata dai paventati prestiti. Come si possono restituire quei soldi se mancano le entrate?».
Nel frattempo l’auspicio è un allentamento delle misure restrittive, legato in particolare agli spostamenti. Questo potrebbe far risalire il ricavato dei punti vendita. Si spera sempre negli ordini tramite internet e nelle possibili riaperture di ristoranti, agriturismi, rifugi e strutture ricettive. Ormai non è più questione di guadagno. Solo di sopravvivenza. —
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