La Casa alpina in ristrutturazione

PIEVE DI CADORE. C’è molta curiosità attorno alla casa alpina Bruno e Paola Mari di Nebbiù, in questi giorni: la grande facciata è tutta coperta da impalcature e tubi Innocenti. «Stiamo facendo un’azione di recupero ambientale» spiega il direttore generale dell’Opera diocesana di assistenza, Alessandro Testa, necessaria perché da quando era stata costruita negli anni 50, interventi radicali non erano stati mai fatti. Oggi questa operazione si rende necessaria perché sulle facciate della grande struttura si sono formate delle piccole crepe, che pur non rappresentando un pericolo, richiedono degli interventi importanti. L’azione che stanno facendo gli operai dell’impresa Damian per quanto riguarda i sotto poggioli e l’impresa Cromax di Cortina per l’intervento sulle pareti, riguarda la levigatura delle facciate e la stesura di un prodotto che non solo copre queste crepe, ma anche impermealizza i muri. In questa occasione, saranno eliminate anche le coperture provvisorie fatte anni fa all’ultimo piano, che saranno sostituite con elementi decorativi migliori ed esteticamente più belli».
Il lavoro sarà fatto solo sulla facciata sud oppure su tutto l’edificio? «Il ripristino riguarda l’intero edificio e i lavori saranno completati verso la metà del prossimo mese di maggio. È un importante investimento, ma necessario, che purtroppo non potrà essere considerato come risparmio energetico, ma solo funzionale. Ne guadagnerà anche l’estetica complessiva, che migliorerà notevolmente anche l’immagine dell’intera zona».
La casa Bruno e Paola Mari di Nebbiù è proprietà dell’Oda di Vittorio Veneto, che possiede anche una struttura simile a Caorle. Questa di Nebbiù, per il vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo non è solo una casa per ferie, come figura sulla carta, ma anche una importante oasi di tranquillità nelle Dolomiti. Parlare della Casa di Nebbiù, per monsignor Pizziolo è anche parlare di accoglienza, di ospitalità, dove tutti i suoi ospiti: dai bambini alle famiglie, alle persone della terza età, ai sacerdoti, possono trascorrere non solo una vacanza per rinsaldare il corpo, ma anche un luogo dove rinfrancare lo spirito».
La casa Bruno e Paola Mari per il Cadore è importante anche per il giro turistico che muove: può ospitare circa 200 persone che si spargono sul territorio, contribuendo al benessere dei paesi vicini. Inoltre, oggi altrettanto importante da lavoro a oltre 20 persone del luogo, prevalentemente giovani. Da alcuni anni viene aperta anche durante le festività natalizie.
Vittore Doro
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