La biodiversità in montagna: un convegno con Sanson

AURONZO. L'agricoltura di montagna ha un senso solo nel segno della biodiversità. Ne è convinto Stefano Sanson, docente di Scienze agrarie all'Istituto Agrario di Feltre, a lungo amministratore della...

AURONZO. L'agricoltura di montagna ha un senso solo nel segno della biodiversità. Ne è convinto Stefano Sanson, docente di Scienze agrarie all'Istituto Agrario di Feltre, a lungo amministratore della Cooperativa agricola “La Fiorita” di Cesiomaggiore e membro, fino a qualche mese fa, del Consiglio nazionale di Slow Food. «In montagna – spiega Sanson – avrebbe poco senso, in effetti, mettersi a coltivare gli stessi prodotti della pianura, perché ovviamente le condizioni non consentirebbero alcun tipo di competitività. Ma c'è anche un'altra e ben più importante ragione che spinge a favore della biodiversità, ed è quella del recupero di una cultura che, all'inizio del secolo scorso, consentiva un'incredibile varietà e qualità di prodotti anche nella parte alta della provincia di Belluno».

Stefano Sanson sarà il protagonista, questa sera ad Auronzo, in piazza Santa Giustina alle 21 (o in sala consiliare in caso di maltempo), dell'incontro promosso dal Comune sul tema “In montagna si fa un'agricoltura buona, pulita e giusta”. Ed avrà così modo di intrattenere il pubblico sugli aspetti teorici, che vive nel mondo della formazione; su quelli pratici, che lo coinvolgono a contatto diretto con i produttori bellunesi; ed anche su alcune interessanti esperienze legate alla missione di Slow Food ed ai contatti internazionali che ha potuto attivare negli anni. «È molto interessante ad esempio – spiega Sanson – constatare attraverso alcuni dati del catasto degli anni '30 del '900 che a Belluno si coltivava una davvero notevole varietà di prodotti, dalle patate ai fagioli, dall'orzo alla segale, dal frumento alle rape; ed altri ortaggi semplici, patrimonio del tempo, come le piante da frutto. Su decine e decine di ettari. La perdita di questa agricoltura si è poi tradotta negli anni, a causa dello sviluppo delle monocolture del turismo e dell'occhiale, anche in una perdita di cultura». Secondo Sanson, l'agricoltura in montagna può oggi avere uno sviluppo solo alla luce dell'associazionismo, dell'aggregazione fra agricoltori, e della contemporanea integrazione con industriale, artigiani, operatori turistici; nella collaborazione fra pubblico e privato; nella diversificazione di processo e di prodotto.

Stefano Vietina

@vietinas

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