La biblioteca delle migrazioni offre sale di lettura per studenti

Belluno. C’è un altro spazio a disposizione di studenti e ricercatori rimasti orfani della biblioteca civica. Palazzo Crepadona è chiuso per i lavori di rigenerazione urbana che trasformeranno l’edificio nella Mediateca delle Dolomiti e la biblioteca in primavera riaprirà a Palazzo Bembo dove rimarrà per due anni con tutti i suoi servizi.
Nella fase del trasloco, il Comune ha cercato delle alternative per chi cerca una sala dove leggere e studiare. Uno spazio è a disposizione anche nella sede dell’associazione Bellunesi nel mondo, dove c’è la Biblioteca delle migrazioni.
«Abbiamo letto la situazione che sta vivendo la biblioteca civica e di come l’assessore Perale abbia comunicato che, come aule di lettura, siano disponibili quelle dell’Isbrec, della Fondazione Angelini e della libreria Tarantola», spiega il presidente Abm Oscar De Bona. «Vorrei aggiungere che a Belluno è attiva dal 2005 anche la Biblioteca delle migrazioni “Dino Buzzati”, con la propria sala lettura aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18». Una biblioteca che offre, oltre al servizio di interprestito, wifi gratuito e la possibilità di fare fotocopie in un ambiente silenzioso e consono per lo studio; una realtà posizionata a cento metri dal piazzale della stazione ferroviaria e quindi comoda da raggiungere.
«Segnaliamo quindi al Comune», conclude De Bona, «che anche la nostra biblioteca può supportare la criticità che sta subendo la Biblioteca civica di Belluno». Per maggiori informazioni si può consultare il sito internet www.bellunesinelmondo.it/biblioteca/orari/.
La Biblioteca delle migrazioni Dino Buzzati, nata nel 2005 all’interno dell’Abm, è un punto di riferimento per lo studio dei fenomeni migratori, con un’attenzione particolare alla storia dell’emigrazione italiana, veneta e bellunese nelle diverse parti del mondo. Con i suoi quattromila volumi, si propone come centro per l’indagine delle origini e degli sviluppi dei diversi aspetti di questo fenomeno e permette di studiare il passato e le tradizioni del Bellunese. —
Alessia Forzin
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