La “Aps”: «Troppi oneri per gli ex mariti»

BELLUNO. Un sindaco illuminato. L’Associazione padri separati accoglie con soddisfazione l’idea di Massaro. «Quello del sindaco di Belluno», sottolinea l’avvocato Erasmo Avella del foro di Venezia, consigliere nazionale del sodalizio, «è un intervento saggio, che individua nella categoria del genitore separato una persona in grave difficoltà, una sorta di nuovo povero. Padri che, privati della propria abitazione e costretti a girare assegni di sostegno all’ex moglie, si trovano impossibilitati a pagare una nuova dimora e quindi a mantenere un rapporto empatico con i figli. Se Belluno si sta muovendo, significa che anche ai piedi delle Dolomiti il problema è sentito».
Per Avella le motivazioni che portano alle separazioni nel Bellunese non sono diverse dal resto del Veneto: «C’è una situazione di coppia non formata dietro ogni divorzio: ci si sposa, ma senza una progettualità alle spalle. E alle prime difficoltà il rapporto viene meno. Nel Padovano ci sono persone che dormono in macchina, ma stando alle parole del sindaco, anche a Belluno la situazione è grave».
«Non è più possibile vedere un padre che si svena per rispondere alle decisioni del giudice e donne che magari se la spassano grazie all’assegno di mantenimento», tuona la referente veneta Luisa Palamidessi. «In altre nazioni la casa viene divisa tra i due coniugi, mentre qui in Italia a rimetterci è solo il padre. Ben venga l’iniziativa di Massaro».
Da qualche mese, Luigi Dal Pont si sta muovendo per dare vita a una sezione bellunese dell’Aps: «Sì è vero, l’associazione sta facendo i suoi primi passi. Non siamo maschilisti, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: la donna, in questo specifico caso, è troppo tutelata». (frasal)
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