Investì “Franchino” sulle strisce pedonali: ha patteggiato 20 mesi
SEDICO
Il pedone investito morì due giorni dopo l’incidente. Gianfranco Fant aveva 85 anni e, per una vita, si era occupato di commercio per lavoro e calcio per passione. “Franchino” ha gestito per parecchio tempo un negozio di generi alimentari a Belluno, insieme alla moglie, di fronte alla caserma Salsa ed è stato fondatore e consigliere del San Giorgio Libano. L’83enne M.D.P., che il primo dicembre dell’anno scorso era alla guida di una Opel Zafira e stava transitando lungo via Gregorio XVI, ha patteggiato un anno e otto mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, dopo che l’assicurazione ha risarcito la famiglia Fant.
L’anziano automobilista è difeso dagli avvocati Mauro Gasperin e Sonia Sommacal, che avevano aderito alla proposta del pubblico ministero Katjuscia D’Orlando: ieri il gup Elisabetta Scolozzi ha applicato la pena. L’investimento era avvenuto all’altezza delle strisce pedonali di fronte all’ex caserma dei vigili del fuoco, nel quartiere di Mussoi. Erano le 16.40 e di luce non ce ne poteva più essere molta, di sicuro l’automobilista diretto verso via Fratelli Rosselli non ha dato la precedenza a Fant, che aveva già cominciato ad attraversare la strada, finendo per investirlo. L’impatto è avvenuto con la parte anteriore destra dei veicolo, dopo di che il pedone è stato caricato prima sul cofano della vettura e poi sul parabrezza. Infine è caduto sull’asfalto di peso, riportando tutta una serie di fratture e traumi.
Trasportato all’ospedale San Martino di Belluno, Fant è deceduto alle 3.41 del 3 dicembre per le conseguenze delle gravi ferite riportate. Il sostituto procuratore D’Orlando, che aveva già aperto un fascicolo sul sinistro ha disposto l’autopsia, dalla quale sono emersi «politrauma, fratture del bacino e di una gamba, embolia gassosa e sindrome da disfunzione multiorgano».
L’ipotesi di reato è passata da lesioni stradali aggravate a omicidio stradale. Contestate negligenza, imprudenza e imperizia, oltre alla mancata osservanza delle norme del Codice della Strada, che impongono di dare la precedenza al pedone impegnato nell’attraversamento della strada sulle zebre. L’autista avrebbe dovuto regolare la velocità in maniera tale da fare in tempo a frenare, cosa che evidentemente non è successa, per di più in presenza di un attraversamento segnalato, in un centro abitato. All’epoca, M.D.P. aveva spiegato di non aver visto Fant, di non essersi accorto della sua presenza. Insomma, l’urto sarebbe stato inevitabile.
Comunque sia, la compagnia ha provveduto al risarcimento, pertanto non c’è stato bisogno di costituzione di parte civile. Patteggiamento a un anno e otto mesi. —
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