Incidente ferroviario: due le inchieste

FELTRE. Disastro ferroviario o attentato colposo alla sicurezza dei trasporti: sono le due ipotesi di reato al vaglio della procura di Belluno nell’inchiesta attorno all’incidente di giovedì pomeriggio.
Al centro dell’indagine, G.B., il 42enne di Vidor che si trovava alla guida del mezzo agricolo, possibile iscritto nella lista degli indagati per quanto accaduto. Il discrimine nella contestazione dell’uno o dell’altro reato, è chiaramente rappresentato dall’eventuale dolo, cosa abbastanza remota in questo caso: la magistratura attende però il rapporto completo della Polizia ferroviaria, che ieri è tornata sul luogo dell’incidente per sentire il protagonista di un evento che avrebbe potuto assumere connotati drammatici. Il 42enne ha spiegato che percorreva più volte l’anno quella strada per recarsi sui terreni di proprietà e quella sbarra la alzava e abbassava altrettante volte.
Una seconda inchiesta interna è stata aperta da Reti ferroviarie italiane: da un lato per capire se vi siano eventuali ipotesi di negligenze da parte di chi guidava il convoglio regionale 5749 sulla linea Feltre-Treviso; dall’altra per contabilizzare i danni al treno e quelli relativi alle tre ore di stop del traffico ferroviario, che ha comportato la cancellazione di sei corse e la sostituzione di esse con i pullman. Rfi ha già preso un provvedimento, intanto, sospendendo cautelativamente la convenzione con cui autorizzava ad aprire il lucchetto del passaggio a livello privato e ad attraversare i binari per raggiungere il fondo agricolo.
Un provvedimento che, spiegano a Rfi, si è reso necessario in attesa di capire se il proprietario dell’autorizzazione sia o meno in grado di continuare a garantire la convenzione stessa e soprattutto la sicurezza. D’altronde, per Trenitalia già giovedì pomeriggio si era delineato il quadro delle responsabilità, in un incidente dovuto al «probabile mancato rispetto delle regole d’uso del passaggio a livello». Per i danni, comunque, il proprietario della linea attende l’esito delle indagini interne avviate: un conto che si profila salato.
Altro aspetto, l’inchiesta penale. La polizia ferroviaria ha effettuato i rilievi, ma non ha sequestrato il mezzo agricolo distrutto, cosa che sarà probabilmente disposta dalla magistratura per verificare i possibili guasti tecnici del mezzo con cui il 42enne stava attraversando i binari.
Ieri, intanto, è stato effettuato un altro sopralluogo da parte della polizia, che sta verificando una serie di aspetti per determinare eventuali responsabilità di terzi. Era chiuso il lucchetto del passaggio a livello o, come sostengono alcuni testimoni, la sbarra era spesso accessibile? Una situazione che stanno chiarendo le indagini della Polfer, tese anche a stabilire una volta per tutte chi ha in gestione il lucchetto della sbarra.
Intanto sono saliti a tre i feriti dello schianto: al trevigiano, che ha avuto una prognosi di dieci giorni per traumi contusivi vari, si sono aggiunti ieri anche il capotreno e il macchinista del convoglio, che si sono fatti refertare in ospedale. Per loro prognosi lievi di tre e cinque giorni.
Illesi i passeggeri del treno regionale, che comunque si sono presi una buona dose di spavento.
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