Incendiata la Casera Palantina

TAMBRE. È andata a fuoco Casera Palantina, ai piedi dell’omonima valle, in comune di Tambre. Era l’icona dei raduni degli ambientalisti e degli alpinisti, ormai da 20 anni; il luogo da cui venivano lanciati messaggi sulla necessità della massima tutela della foresta del Cansiglio. Di più, era il teatro delle battaglie contro il collegamento sciistico tra l’Alpago e Pian Cavallo. Il manufatto, al centro di un ampio spiazzo, da cui si domina l’altopiano, è stato incendiato nei giorni scorsi.
Il dolo pare evidente, le forze dell’ordine stanno indagando per risalire agli autori. Pare, in ogni caso, che nessun riferimento possa essere trovato con il mondo ambientalista. Che anzi si rammarica della vicenda. E la definisce preoccupante, perché al momento non si chi e perché ce l’ha con quella casera o la proprietà su cui insiste. Non vorrebbero – le associazioni del mondo ambientalista ed alpinistico – una qualche forma di coinvolgimento in quello che si presenta come un aspro confronto tra quanti hanno interessi in zona, oppure in paese.
Il prossimo raduno si terrà, proprio in Val Palantina, l’11 novembre, in occasione, come al solito, della festa di San Martino. Le associazioni che l’organizzano chiederanno, nei prossimi giorni, la protezione delle forze dell’ordine, perché a margine dei primi incontri vi furono provocazioni ed atti di vandalismo nei confronti dei manifestanti. Negli anni successivi, per la verità, gli appuntamenti non hanno registrato nessun tipo di problema.
«Non vorremmo che qualche testa calda si risvegliasse addesso». si limita ad augurarsi Vittorio De Savorgnani, l’anima dell’organizzazione, insieme a Michele Boato. Proprio ieri, il portavoce di Mountain Wilderness (De Savorgnani) e il coordinatore dell’Ecoistituto (Boato) si sono incontrati per mettere a punto il programma e i temi della manifestazione di quest’anno.
Il gruppo salirà da Pian Canaie, alle 9 del mattino e farà tappa a Casera Palantina, per gli interventi degli invitati, per poi portarsi a forcella Palantina, a quota 2 mila metri, per esternare un rotondo no al collegamento con gli impianti di risalita da Pian Cavallo, che tra l’altro si vedono da quell’altura. «Oltre alla contrarietà ad un investimento improponibile di 20 milioni di euro (così tanto costerebbe il progetto), ribadiremo anche quella alla privatizzazione del Cansiglio, un rischio rappresentato dall’alienazione degli immobili regionali», anticipano De Savorgnani e Boato. «Ma non ci limiteremo a pronunciare dei noi; diremo pure qualche sì: in particolare alla candidatura del Cansiglio al riconoscimento di patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco». Una candidatura autonoma, slegata da quella delle Dolomiti, per valorizzare al meglio il territorio. (f.d.m.)
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