In un anno nelle rsa perso il 15% di utenti A rischio i bilanci

Il capo del distretto, De Col: «Non è solo colpa dell’epidemia Rallentati gli ingressi, molti anziani attendono una risposta»

/ belluno

Quanto è costata la pandemia da Covid, in termini di riduzione di ospiti, alle case di riposo? A dare i dati è l’Usl 1 Dolomiti che prende ad esame il periodo che va dal 31 gennaio 2020 al primo gennaio 2021. In un anno, praticamente, gli ospiti delle rsa provinciali sono passati da 2.525 a 2.155, vale a dire 370 persone in meno, un ospite in meno ogni sette.

Percentualmente la perdita maggiore, pari a -37,5% si è registrata alla rsa di Quero passata dai 40 anziani che aveva ad inizio 2020 ai 25 attuali, mentre numericamente il primo posto spetta alla residenza Gaggia Lante di Belluno che dai 153 ospiti di inizio 2020 è scesa ai 115 di oggi (-24,84%).

«I numeri relativi al 2020 sono negativi comunque per tutte le strutture per anziani, ad eccezione della rsa di Livinallongo e per quella per autosufficienti di Pieve di Cadore Dolomieu dove i casi di positività sono stati uno o due per ciascuna», commenta il direttore del Distretto di Belluno, Sandro De Col, che evidenzia come in alcune strutture, come ad esempio la “Marmarole” le perdite di utenti siano state colmate dall’arrivo di una cinquantina di ospiti della rsa di Puos d’Alpago evacuati per l’allagamento del loro centro servizio in seguito al maltempo di inizio dicembre.

«La causa di questa diminuzione di ospiti», prosegue De Col, «va ricercata non solo nella pandemia che ha colpito alcune strutture durante la prima ondata della primavera 2020 e poi le altre nell’autunno-inverno, ma anche nella decisione degli amministratori di limitare gli accessi per ottemperare alle norme regionali che prevedono l’obbligo di lasciare alcuni posti letto liberi per isolare i positivi, ma anche per tenere in quarantena nuovi ospiti in arrivo. Questo ha fatto sì che il numero di anziani si riducesse».

Il direttore del distretto ricorda anche che «alcuni centri servizi hanno dovuto limitare i nuovi ingressi anche per la riduzione del personale sanitario che vi opera».

E tutto questo non senza contraccolpi importanti per i bilanci delle case di riposo. «Diciamo che la riduzione media nelle strutture per anziani di ospiti si aggira intorno al 15%. Questo significa che dal punto di vista economico si vedrà una diminuzione delle entrate». Sandro De Col sottolinea che se parte di queste perdite finanziarie sono state coperte dal governo tramite i ristori che l’Usl sta pagando in queste settimane, queste risorse non basteranno per venire in soccorso alle rsa. «Le case di riposo hanno dovuto far fronte anche con fondi propri per coprire il deficit generato».

La situazione di difficoltà è stata più volte denunciata anche dalle stesse strutture che, dove possibile, hanno chiesto ai Comuni di coprire le perdite. «Qualche centro servizio ha iniziato anche ad accettare nuovi ospiti, ma si va molto cautamente. E questo ha un risvolto anche su coloro che sono in lista in attesa di poter entrare in casa di riposo. Infatti», conclude De Col, «il fatto che gli ingressi siano limitati, fa sì che molti anziani del nostro territorio non abbiano ancora avuto una risposta alle loro esigenze di assistenza e che le loro famiglie ora si trovino in difficoltà, non sapendo come fare a gestirli». —

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