In treno da Bolzano a Cortina, la sfida parte dall’Alto Adige
BELLUNO. Nel 2026, fra 10 anni, sarà attivo il tunnel del Brennero e a Bolzano arriveranno da tutta Europa 5 milioni di turisti, sotto le cinque ore di viaggio. In che modo potranno essere spalmati anche sulle Dolomiti bellunesi? Il treno Calalzo-Cortina-Dobbiaco sarà pronto, se non ci saranno sorprese, entro il 2036. Troppo tardi per approfittare dell'opportunità del Brennero.
Ecco che la Sad, con Helmuth Moroder, ha già ideato la seconda ferrovia delle Dolomiti che da Bolzano porterà i turisti a Cortina in due ore e 17 minuti, attraverso la Val Gardena e la Val Badia.
Ottantatré chilometri di tracciato, di cui 75 di nuova costruzione e 20 in galleria. 19 fermate, nei paesi più belli dei Monti Pallidi. Un bacino di 30 mila utenze, più del triplo d'estate e d'inverno. Un miliardo e 600 milioni il costo, 200 milioni in più per l'acquisto dei treni. Il Venezia-Cortina-Bolzano è istituzionale, voluto dai presidenti Zaia, Kompatscher, dal ministro Delrio.
Ma quello presentato da Moroder nel convegno degli ambientalisti, moderato da Paolo Possamai, direttore dei quotidiani Veneti del Gruppo Espresso, non è una pericolosa alternativa, bensì un completamento dell'offerta. Che, secondo Moroder, potrebbe materializzarsi in una decina d'anni o poco più, arrivando quindi prima della freccia della Dolomiti. Un sogno nel cassetto? «Lo dicevano anche della ferrovia della Val Venosta. Eppure l'abbiamo realizzata in pochi anni ed è un successo».
La Provincia di Bolzano ha deciso di elettrificarla. A chi, in sala al Giovanni XXIII ha consigliato di non aver fretta e di promuovere una convergenza della comunità su un progetto complessivo, Moroder ha invece sollecitato ad andare avanti per piccoli passi. Dalla sua parte ha trovato subito due dei più noti ambientalisti, Michele Boato dell'Ecoistituto e Luigi Casanova di Cipra. E se Casanova ha invitato trentini e sudtirolesi a non essere referenziali nella loro autonomia, «bensì solidali in particolare con il Bellunese che, proprio per questo, deve affrancarsi da Venezia».
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi