In ricordo dei 914 Caduti in Russia

Ricordato il 72º anniversario della battaglia di Nikolaewka

BELLUNO. Quasi mille, precisamente 914, i bellunesi che persero la vita nella Campagna di Russia, uno degli eventi di guerra più drammatici della storia. Per ricordare i Caduti di quella Campagna e di tutti i conflitti, ieri mattina la chiesa di San Rocco a Belluno ha ospitato la celebrazione di una messa in cui si sono ripercorsi i nefasti eventi che videro tantissimi italiani (e anche molti bellunesi) impegnati sul fronte orientale dal luglio 1941 al febbraio 1943.

Ieri, in particolare, ricorreva anche il 72° anniversario della battaglia di Nikolaewka, uno degli scontri più importanti durante il ripiegamento delle residue forze dell'Asse. «Il nome di quella località, insieme a molti altri, rimane scolpito nella memoria di chi è rimasto», ha sottolineato Giuseppe Zilotti, presidente del Comitato di Belluno dell’Associazione nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in guerra, che ha organizzato la commemorazione con la sezione bellunese dell’Unione nazionale italiana reduci di Russia. «Ricorre la memoria dei Santi Timoteo e Tito», ha ricordato il sacerdote, «e leggendo il Vangelo secondo Matteo in cui Gesù, rivolgendosi alle figure che andranno a preparargli la strada, dice loro “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi”, ritroviamo il simbolo di tutti coloro che sono stati inviati a proclamare la parola di Dio. In tutti i soldati partiti c’é stata sicuramente fede nel Signore e in coloro che, all’epoca, comandavano. Fede però infranta dalle circostanze e dalla guerra e che comunque ha dato loro la forza di rompere l’accerchiamento».

«Ricordare i tragici eventi e comprenderne le nefaste conseguenze», ha aggiunto, «ci spinge a far crescere il senso di fraternità, la consapevolezza che siamo un’unica famiglia, quella dell’umanità».

Tra i quasi mille caduti bellunesi nella Campagna di Russi, 98 erano del Comune di Belluno e 73 di di Feltre. «Come possiamo ricordare quei fatti senza cadere nella retorica che vede erigere la guerra a una dimensione quasi sacra, pur sapendo che quest’ultima è il peccato più grave che l’uomo possa commettere?», si è chiesto Dino Bridda, che ha pronunciato il discorso commemorativo. «Possiamo farlo non limitandoci a nominare i luoghi teatro di tragedia, ma muovendoci con fatti concreti, come lo è stata la costruzione a Rossosch, in Russia, da parte degli Alpini, di un asilo destinato a raccogliere 120 bambini».

Proprio di questa iniziativa, chiamata “Operazione Sorriso” e datata 1993, si parlerà venerdì alle 20 nella sede Ana di Belluno.(m.r.)

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