In prima linea a Belluno durante il lockdown, Wally e Tatiana ora sono “mature”

Dopo il lavoro in ospedale, le lezioni del corso serale: «Studiare era la nostra normalità nel caos quotidiano»

BELLUNO. Oltre ai risultati delle maturità “canoniche”, sono usciti anche i tabelloni degli studenti della quinta serale dell’Istituto Catullo. Non propriamente adolescenti, avendo un’età che va dai 21 ai 57 anni.

Sono studenti lavoratori, alcuni di loro hanno profuso il massimo del loro impegno in ospedale durante il periodo di lockdown. C’è chi ha un orario fisso o chi lavora su turni, c’è chi è single o ha una famiglia: tutti hanno trovato la forza di seguire con impegno le lezioni serali, di studiare in ogni momento libero e di affrontare la didattica a distanza. Molte sono le storie e i curriculum, tutti però erano accomunati dalla volontà di apprendere e di conseguire il diploma.

Tra loro, risulta interessante il percorso di Wally Broi, lavoratrice da 36 anni (aveva iniziato a 15 anni), ma soprattutto infermiera professionale da 25, meglio ancora “colonna portante” dell’unità operativa di Neurologia del San Martino. In questo momento non nasconde l’emozione per il 91 ottenuto: «Sono ancora molto emozionata, succede anche questo a 51 anni. Con tanto sacrificio, con l’aiuto delle capo-sala che si sono succedute e delle colleghe che mi hanno aiutato con i turni, ho lavorato i pomeriggi i sabati e le domeniche, anziché durante la settimana. Così ho conciliato studio e lavoro in questi tre anni, sacrificando degli spazi che prima utilizzavo diversamente».



Una faticaccia, soprattutto nel periodo “Covid”, quando, dopo essere stata sottoposta a turni davvero faticosi, Wally doveva affrontare le lezioni a distanza: «Anche per noi le lezioni erano on line, ma essendo un serale non c’era una vera e propria piattaforma, quindi ogni professore si è ingegnato per farci lezione. All’inizio della pandemia non avrei pensato di arrivare alla fine: quando mi sono accorta che il problema non si esauriva brevemente, ho pensato che non saremmo riusciti a termine il percorso. Devo dire che in quel periodo il momento delle lezioni rappresentava “un momento di normalità” che aiutava ad affrontare la giornata lavorativa. Ora mi piacerebbe proseguire, magari con un master in bioetica».

La più “matura” del gruppo è la centina Tatiana Cesco Betta. Anche lei è impiegata da 25 anni nella sanità locale, come operatrice socio sanitaria: fino a marzo era in servizio nella casa di riposo Maria Gaggia Lante, attualmente è in forza al reparto di Medicina dell’ospedale cittadino. Prima ancora gestiva il rifugio Bristot.

La sua è una storia particolare: «Quarant’anni fa avevo iniziato con la scuola magistrale, che poi lasciai perché avevo un carattere un po’ ribelle e mi stavano strette le istituzioni. Nonostante fossero nati i figli e avessi lavorato, era sempre rimasto in me il desiderio di raggiungere il diploma. Così ho ripreso a studiare una volta che i miei figli si sono laureati e sono diventati indipendenti. È stata un’esperienza faticosa ma bellissima e appagante. La scuola serale va sostenuta, perché trasforma la vita delle persone: io mi sento cambiata “fuori e dentro”. In questo periodo ho rinunciato a molte cose, ma ne è valsa la pena».

Come la sua collega ha affrontato in prima linea l’emergenza “Covid”: «La didattica era on line e lì ci si trovava con gli insegnanti. All’esame mi ha molto emozionato rivedere i docenti che hanno avuto ottime capacità organizzative e si sono messi in gioco con un sistema nuovo. All’inizio della pandemia c’erano molte incognite, però ero certa di arrivare alla fine. Adesso mi fermo e mi godo un po’ gli affetti».

Rachele Rossi, un’altra centina che lavora in un ristorante fast food, racconta il suo percorso: «All’inizio è stata dura riprendere a studiare e ho avuto molta paura di fallire. È stato un po’ complicato riuscire a studiare e lavorare, anche perché tempo per me stessa ne è restato poco. Alla fine c’è però tanta soddisfazione. Durante il lockdown avevo tanto tempo per studiare, però psicologicamente era diverso. Ora mi piacerebbe iscrivermi alla facoltà di psicologia».

Catullo Serale. Clelia Andrich 100/100, Rebecca Bristot 95, Wally Broi 91, Michela Candeago 75, Andrea Carnio 67, Tatiana Cesco Betta 100, Gioel De Rocco 76, Marisa Meneghel 91, Rachele Rossi 100.

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