In cammino alle pendici del monte Serva

Presentato a Sargnano il piano per una rete di sentieri collegati ai servizi pubblici, per allargare l’offerta turistica
Cortina D'Ampezzo, 18 luglio 2007. Il sentiero che dalla curva di Sant' Uberto porta al cason di Antruiles. Turisti in gita
Cortina D'Ampezzo, 18 luglio 2007. Il sentiero che dalla curva di Sant' Uberto porta al cason di Antruiles. Turisti in gita

di Roberto De Nart

BELLUNO

E' stato presentato venerdì sera alla casa della Gioventù della parrocchia di Sargnano il Piano sulla sentieristica dolce in destra Piave. Tre percorsi su tre livelli, con una rete di 10 anelli, suddivisa in quattro settori geografici, con inizio lavori nella prossima primavera, come ha spiegato l'architetto Guido Fabbrica dello studio associato Fabbrica e Casanova.

«L'idea è nata da una chiacchierata tra amici» ha detto Giorgio De Bona presidente della Comunità montana Bellunese – Belluno Ponte nelle Alpi «e dalla considerazione che il monte Serva è stata una montagna importante nel Medio evo per la sua flora, documentata dagli studi del professor Lasen e da un antico testo del 1500 redatto dai Frati di Vedana. Il progetto mira a creare un'offerta turistica che rivaluti il Serva attraverso sentieri che siano serviti da servizi pubblici. Ed il primo stralcio da Pian di Vedoia a Cusighe» ha precisato De Bona «ha già ottenuto il finanziamento europeo (Fas) di 170mila euro. Il costo dei lavori e delle forniture è di 130mila euro, ai quali bisogna aggiungere però i costi ben più elevati del progetto, che sono di 175mila euro».

Il tutto andrebbe ad inserirsi in un contesto più ampio, che vede nella zona delle ex pescherie la futura porta d'accesso del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, dove la Provincia intende investire 1 milione di euro. «Per un totale complessivo di qualche milione di euro per il futuro turistico di Belluno» ha detto De Bona. I dettagli del piano di questa “mobilità dolce” con sentieri della percorrenza massima di tre ore, alla portata di tutti, sono stati illustrati dall'architetto Fabbrica.

«Si punta innanzitutto al recupero dei sentieri dismessi» ha detto «che abbiano le caratteristiche di fruibilità per la grande utenza, separati dalla rete stradale ordinaria e che siano integrati dal servizio di trasporto pubblico locale ed ospitalità diffusa». La mappatura dei percorsi è già stata fatta e sono stati identificati una ventina e più di percorsi già esistenti. La rete è stata quindi razionalizzata individuando 4 settori: quello a destra dell'Ardo a Tisoi e Bolzano bellunese; l'Oltrardo, Cavarzano, Sala; Fiammoi, Safforze; e Safforze, Pian di Vedoia. All'interno di questi settori sono stati tracciati 3 percorsi su tre livelli di quota articolati in 10 anelli.

Un percorso più alto da Tisoi a Polpet, uno intermedio più paesaggistico da Tisoi a Sala, e uno più a sud da Tisoi a Pian di Vedoia. Nella mappatura sono stati identificati i tratti da realizzare ex novo, e quelli che necessitano solamente di interventi di sistemazione. Il progetto prevede un totale di sei nodi attrezzati con parcheggi e un punto informativo, oltre a punti di soste attrezzati. «Il tracciato si innesta con il cammino delle Dolomiti e coinvolge i due Comuni di Belluno e Ponte, requisiti necessari» ha spiegato Fabbrica «per accedere ai Fondi europei». Sono previsti solo 4 interventi strutturali a Pian di Vedoia, Rio Secco, e nelle tratte Safforze-Fiammoi e Sargnano-Pedeserva. Esiste inoltre il progetto di un altro intervento di ripristino delle Fontane di Nogarè con percorso naturalistico, dell'importo di 155mila euro finanziati da Cariverona. E' intervenuto anche l'assessore comunale Gamba, che ha parlato di portare a termine le piste ciclabili del Comune, integrandole con i sentieri.

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