Imu non pagata: a Belluno partono 1.800 avvisi. Il Comune chiede oltre 700mila euro

Stanno per partire 1.800 raccomandate ai bellunesi che non hanno pagato l’Imu o la Tasi, o che hanno versato meno di quanto risulti dovuto al Comune. Gli avvisi di accertamento riguardano le annualità 2018, 2019 e 2020. In ballo ci sono quasi 735 mila euro: 732.110,32 per i 1.792 avvisi Imu, 1.289,84 euro per gli 8 avvisi di accertamento Tasi.
La procedura
Si tratta di una procedura che Palazzo Rosso effettua annualmente per recuperare gli insoluti: prima di rivolgersi all’Agenzia delle entrate riscossione, il Comune avvisa il cittadino che risulta debitore attraverso una raccomandata (attenzione: può arrivare anche via pec per chi ne è in possesso).
L’elenco delle persone cui inviare le “cartelle” (tecnicamente avvisi di accertamento, le cartelle le manda l’Ader e non siamo ancora a questo punto) è stato approvato con la determina del 1° giugno. Per elaborarlo, gli uffici di Palazzo Rosso hanno effettuato controlli incrociati fra le procedure informatiche catastali e di gestione Imu/Tasi comunale, che hanno permesso di individuare i contribuenti con posizioni anomale nel rapporto fra dovuto e versato superiore ai minimi regolamentari, e pertanto presunti evasori totali o parziali per i tributi in autoliquidazione.
È infatti il cittadino che deve farsi i conteggi di quanto pagare di Imu e Tasi (solo 8 accertamenti riguardano il tributo per i servizi indivisibili). Il Comune di Belluno da anni non invia gli F24 precompilati.
Il precedente
L’anno scorso, nel periodo natalizio, di raccomandate ne erano state inviate ben quattromila. Allora l’accertamento riguardava le annualità 2017 e 2018. Ma gli atti erano zeppi di errori: c’era il caso del signore di 80 anni che ricevette cinque raccomandate per Imu non pagata sulla casa della madre, di cui era erede.
Ma per anni in cui la madre era ancora viva. E quello di una donna che aveva cambiato residenza, ma al Comune non risultava. Ad un’altra veniva contestato di non aver pagato tutta l’Imu dovuta su alcuni terreni, ma il versamento era stato fatto come negli anni precedenti, e le aliquote nel frattempo non erano cambiate.
A gennaio scoppiò un caso, con i cittadini che hanno preso d’assalto il telefono dell’ufficio Tributi. Costretti a verificare con commercialisti e Caf se effettivamente doveva pagare qualcosa.
Altre cartelle “pazze” sono arrivate nelle scorse settimane: chi le ha contestate e aveva ragione ha solo perso un po’ di tempo per spiegare al Comune che nulla era dovuto. E le posizioni sono state archiviate.
Verifiche incrociate
Ora parte dunque un’altra manovra di riscossione. Nella determina si legge che “sono state effettuate le possibili attività istruttorie di controllo sulle singole partite tributarie Imu/Tasi risultanti anomale o incongruenti a seguito dell’incrocio dei dati” e che “le suddette verifiche sono state effettuate sulla base dei dati ed informazioni censite nella banca dati tributaria Ici/Imu/Tasi e potrebbero essere oggetto di legittime rettifiche o annullamenti in sede di riscontro con la documentazione in possesso dei contribuenti, nel termine di 60 giorni”. Sarà quindi possibile eventualmente contestare la richiesta di pagamento, presentando la documentazione necessaria.
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