Imu al massimo per le seconde case
CENCENIGHE. Calcolatrice in mano i sindaci di Colle e Cencenighe cercano di far quadrare i conti tra riduzioni dei trasferimenti statali, Imu ed addizionale Irpef.
Soppelsa, a fine mandato, sceglie la via più cauta ed applica le aliquote base previste dal Governo. Più articolata la delibera approvata dall’esecutivo Troi, che fa leva sulle seconde case per compensare sgravi e deduzioni ai residenti.
Qui Cencenighe. Quattro per mille sulla prima casa (con le detrazioni previste dal Governo), 7,6 su seconde case ed attività produttive. Queste le aliquote relative all’Imu, approvate ieri sera dal consiglio comunale. «Di questa tassa da fastidio già il nome, Imposta Municipale Propria», esordisce il primo cittadino di Cencenighe. «Perché, conti alla mano, il contribuente paga il doppio ed il Comune incassa il 20% in meno in quanto una parte va allo Stato. Altro che imposta propria; il Comune fa solo da esattore. Basta fare due conti», continua. «Con la vecchia aliquota base del 7 per mille sulle seconde case (oggi salita al 7,6) e l’aumento delle rendite, si passa dai 300 ai 520 euro, dei quali il Comune ne trattiene solo 260. Di fatto una tassa statale. Vista l’incertezza della normativa e dei suoi effetti abbiamo scelto di applicare le tariffe base. Eventuali aumenti o diminuzioni di fatto li pagherebbe il Comune con minori trasferimenti statali».
Il consiglio ha approvato anche il bilancio, che pareggia sui 2 milioni e 141 mila euro. Una notizia buona ed una cattiva per i cittadini. L’addizionale Irpef passa dal 4 al 6 per mille per compensare 50 mila euro di minori trasferimenti statali (era ferma dal 2000), ma diminuisce del 3,5% la Tarsu. Ferme le tariffe di scuolabus e mensa. «Non è uso approvare il bilancio a ridosso delle elezioni», conclude Soppelsa. «Ma ho ritenuto di farlo per non bloccare l’ente per i prossimi mesi».
Qui Colle. Seconde case più care a Colle. Mercoledì il consiglio ha deliberato l’aumento dell’aliquota per la nuova Imu che passa dal 7 all’ 8,6 per mille. Resta al 4 la prima casa. Ridotta dal 7,6 al 5 quella sulle attività produttive «per non pesare troppo sulle aziende in questo periodo di crisi», spiega il sindaco Troi. Fissata al 2 per mille quella sulle attività agricole (che fanno entrare solo 160 euro all’anno nelle casse comunali).
Aliquote diverse per i fienili. Cinque per mille se sono distanti più di 50 metri dalla casa e quindi non sarebbero considerati pertinenza ma magazzino (tassato al 7,6 per mille). Il 4 per mille se l’immobile è più vicino. «Un’agevolazione», spiega il sindaco, «pensata per disincentivarne la vendita». Bilancio ricco, 6 milioni di euro, ma dipendente per ben 5 dai progetti presentati sul Fondo Brancher quello approvato dall’esecutivo Troi. Tra i lavori in previsione il rifacimento dei muri cimiteriali (costo 270 mila euro circa), per i quali è stato chiesto un contributo alla Fondazione Cariverona. Tra quelli nell’elenco triennale, già cantierati, il ripristino delle Miniere del Fursil, la riqualificazione della piazza di Villagrande e la ristrutturazione dei magazzini comunali. (l.s.)
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