Impressionismo in mostra
E' subito assalto ai capolavori del museo d'Orsay di Parigi

Da La camera di Van Gogh ad Arles alle Donne di Tahiti di Gauguin, da L'altalena di Renoir alla celeberrima e scandalosa L'origine du monde di Courbet, per la prima volta in Italia, oltre settanta capolavori dell'impressionismo e post-impressionismo, prestiti eccezionali del Museo d'Orsay, sono in mostra al Mart nella mostra realizzata in collaborazione con il museo parigino, che per l'occasione si è privato di un nucleo considerevole dei suoi quadri più famosi. Grazie a questa partnership è possibile vedere, per la prima volta fuori dalla Francia, 76 opere di celebri artisti impressionisti e post-impressionisti, fra i maestri di fine Ottocento e inizio Novecento. Lo scopo è proporre una rilettura del cruciale passaggio che preparò il terreno alle avanguardie artistiche europee primonovecentesche. Una rivoluzione che il percorso espositivo documenta in otto sezioni a tema attraverso le quali si mettono in luce i profondi legami dei movimenti pittorici degli ultimi decenni del XIX secolo con la società e la cultura del tempo. Si parte con le profonde trasformazioni nel mondo dell'arte in atto in quegli anni e, in rivolta contro l'Accademia, la nascita delle nuove figure del critico e del mercante. In questo processo, ecco gli ateliers dei pionieri, primo fra tutti quello di Edouard Manet, punto di riferimento del rinnovamento naturalista, ove si riunivano anche Renoir e Manet, tutti immortalati nella tela Un Atelier aux Batignolles (1870) di Henri Fantin-Latour, opera che si accompagna, nella prima sezione dedicata a
L'Artista non è più solo
, a quelle di Maurice Denis (Omaggio a Cézanne, 1900), Henri Gervex (Una seduta della giuria di pittura, entro il 1885) e di Pierre-Auguste Renoir (Frédéric Bazille, 1867). Nella sezione
L'Artista emarginato
la mostra racconta la drammatica condizione di Emile Bernard, Cézanne, Gauguin, Van Gogh e Van Rysselberghe, discriminati per le loro scelte artistiche o esistenziali attraverso opere come La camera di Van Gogh ad Arles (1889) o l'Autoritratto con il Cristo giallo eseguito da Gauguin nel biennio 1890-1891, poco tempo prima della sua partenza per Tahiti. Molto articolata è l'unità dedicata a
I luoghi dell'Impressionismo
, nella quale si documentano i paesaggi, urbani e rurali, che hanno ispirato artisti quali Maximilien Luce, Monet, Pissarro, Renoir, Sisley, impegnati a mettere al centro dello sguardo il variare della luce, delle stagioni e degli effetti atmosferici en plein air. Fra i capidopera La Rue Montorgueil a Parigi (1878) di Monet e la tela strepitosa con Il portale visto di fronte o Armonia bruna (1892) della serie dedicata alla Cattedrale di Rouen. In
Parade
, quarta sezione, fra balli in maschera, circhi, serate e notti parigine, e scene di festa al Moulin-Rouge, documentate nelle tele di Béraud, Boldini, Carpeaux, Seurat, Tissot e Toulouse-Lautrec risaltano le Ballerine di Degas, documentate dalla serie completa dei bronzetti. La rassegna prosegue con l'indagine su temi più intimi,
L'ascolto interiore,
la
Famiglia
, il rapporto
Uomo/Donna
, con opere di Moreau, Bonnard, Delaunay, Bellanger (straordinario l'Abele del 1874-1875), Caillebotte, Falguière, Rodin e Degas, Stevens, Cèzanne, Renoir, e l'allestimento, per la prima volta in Italia, della scandalosa tela di Courbet del 1866, che rappresenta i genitali femminili con uno stile pittorico alquanto realista, dipinto commissionato da Khalil-Bey, diplomatico turco e ambasciatore dell'impero ottomano ad Atene; Sainte-Beuve presentò il pittore francese a Khalil-Bey, il quale commissionò questo dipinto per la sua personale galleria di dipinti erotici, che includeva prestigiosi quadri come Le Bain Turc di Ingres e un altro dipinto di Courbet, Les Dormeuses, per il quale si suppone che la Hiffernan fosse una delle modelle. Durante il periodo nel quale è stato dipinto il quadro, la modella preferita di Courbet era una giovane donna di nome Joanna Hiffernan, altrimenti conosciuta come Jo. Suo amante era un pittore americano, ammiratore di Courbet, James Whistler. Courbet fece un altro ritratto nel 1866 che effigiava la bella Joanna (La belle irlandaise), cui ne seguirono altri quattro. Probabilmente è lei la modella che ispirò il quadro L'origine du monde che potrebbe spiegare la separazione tra Joanna e James McNeill. Unico dubbio riguardo all'ipotesi scaturisce dalla differenza di colore fra i capelli di Joanna in La belle irlandaise, che sono di un arancione acceso, con i peli pubici raffigurati ne L'origine du monde. Durante l'Ottocento, il mostrare il corpo nudo divenne una rivoluzione, i cui principali attivisti furono Courbet stesso e Manet. Courbet rifiutava la pittura accademica e i suoi nudi lisci ed idealizzati, ma ebbe anche da recriminare riguardo alle ipocrite convenzioni del Secondo Impero, ove erotismo e persino pornografia erano accettati in quadri mitologici od onirici. In seguito Courbet ribadì di non aver mai mentito nelle sue opere, ed il suo realismo allargò i limiti di quanto fosse considerato presentabile. Con L'origine du monde egli rese ancora più esplicito l'erotismo dell'Olympia di Manet. Maxime Du Camp, giornalista e grande viaggiatore, in una dura invettiva, riportava la propria visita all'acquirente dell'opera, e la reazione alla vista di un quadro considerato «l'ultima parola nel dare realismo». Dalla ricerca di pensieri e sentimenti intimi e riflessivi e dalla rappresentazione delle singolarità dello spirito e della vita psichica derivano opere ove
L'ascolto interiore
assume magica concretezza, dalla Lettrice (1861) di Fantin-Latour al Riposo (1905) di Vilhelm Hammershoi, passando attraverso la Sognatrice (c. 1876) di Tissot, il Povero pescatore (1881) di Puvis de Chavannes o l'algido Incenso (1898) di Khnopff, e gli interni di Vuillard; Stevens, Morisot, Denis, Raffaëlli, Bazille, Bonnard, Valloton raccontano interni domestici e famiglie all'aria aperta, e ritraggono rassicuranti affetti familiari. Il tema del
Paradiso terrestre
che chiude il percorso, presenta l'immagine di un mondo altro, utopico, spirituale e bucolico, controcanto alle angosce della modernità turbata dalla rivoluzione industriale e dal successo del positivismo scientifico; le tele di Renoir, Monet, Signac, Denis e Bonnard lasciano tuttavia ancora sognare nella natura, fra altalene e giochi all'aperto in giardini di delizie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi
Leggi anche
Video