Imprenditore suicida, caccia agli autori degli insulti sui social

La procura cerca i responsabili dei profili facebook, le offese avrebbero pesato sulla scelta di Ruzzarin

Chi è l’autore e l’amministratore (ma il termine potrebbe essere usato anche al plurale) che si cela dietro ai due profili Facebook denominati «Segnalazione truffe immobiliari», pagina aperta il 17 febbraio scorso, e «Studio Ige srl-Servizi alle imprese e gestioni immobili», avviata all'inizio del 2016?

È l’interrogativo al quale intendono rispondere gli inquirenti per capire a chi appartiene la firma della sequela di pesantissimi insulti e di denigrazioni senza limiti indirizzate all’immobiliarista-imprenditore 60enne Bruno Ruzzarin che, nella serata di domenica, vittima della disperazione, si è tolto la vita nella sua casa di Altichiero. Già perché la diffamazione scattata online sul social Facebook, alimentata quasi quotidianamente da post pubblicati nei due profili con il suo nome, cognome e l’indicazione della sua società (Edilveneta srl), era diventata per lui un peso intollerabile.

Tanto da presentare una serie di denunce e rivolgersi a un legale per ottenere la chiusura di quelle pagine in rete. Pagine dietro alle quali potrebbero esserci alcuni clienti degli appartamenti che Ruzzarin aveva realizzato a due passi da Cortina (a San Vito di Cadore, in via San Marco e in via Ossi) al centro di un contenzioso anche con il Comune cadorino, poi risolto. Eppure l’operazione di vendita era tutt’altro che conclusa: gli acquirenti avevano recriminazioni sulla mancata consegna degli immobili, l’imprenditore avrebbe solo parzialmente incassato i soldi pattuiti. Al momento l’inchiesta, finita sul tavolo del pubblico ministero padovano Daniela Randolo, è a livello conoscitivo senza indagati.

Il magistrato intende anche interrogare di nuovo i familiari di Ruzzarin, già sentiti dalla polizia a poche ore dalla tragedia. Familiari che s’erano sfogati raccontando le pressioni e le accuse che avevano sfiancato l’imprenditore, incapace di fermare quell valanga diffamatoria che lo avrebbe distrutto psicologicamente bollandolo come un “truffatore”. Valanga che si è arrestata ieri: dopo la pubblicazione della notizia che è stata aperta un’indagine sul suicidio dell’imprenditore, nelle due pagine Facebook sono stati cancellati tutti i post pubblicati che bersagliavano Ruzzarin. Non a caso due utenti hanno pubblicato dei messaggi nel profilo “Segnalazione truffe immobiliari”. «Stava facendo il possibile per sistemare le cose, eravate la sua preoccupazione maggiore, parlava solo di voi.... Spero che paghiate per quello che avete fatto» scrive Elena D.. Le fa eco Fabrizio G: «Cancelli i post eh? Coscienza sporca eh?».
Intanto lo Studio Ige srl ha inviato una lettera  a firma dell’avvocato Patrizia Pugliese dello studio Dean, Falcinelli, Migliorini di Perugia, minacciando azioni legali: «Ricondurre un evento talmente devastante e sconvolgente, quale è il suicidio, alla presunta condotta del legale rappresentante della società mia assistita (di cui non si indica il nominativo) è non solo inverosimile e inveritiero ma anche lesivo della reputazione e onorabilità dello studio Ige srl» osserva il legale, diffidando a non accostare il nome della società al tragico evento e dichiarandosi pronto ad agire in sede giudiziaria.

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