Imposta di soggiorno: Auronzo si spacca

Posizioni diverse tra gli albergatori, con il Consorzio che cerca un punto di sintesi per confrontarsi con l’amministrazione

AURONZO. L’introduzione dell’imposta di soggiorno da parte dell’Amministrazione di Auronzo ha genarato una serie di riflessioni da parte degli operatori turistici locali, da un lato preoccupati per le ripercussioni che questa potrà avere sul turismo e dall’altra consapevoli che la tassa stessa potrà aiutare a finanziare le attività di promozione. Il Consorzio Auronzo Misurina, da parte sua, ha deciso di convocare i propri soci martedì 14 maggio alle 20.45 per ridiscutere le quote sociali degli esercizi alberghieri già a partire dall’anno finanziario in corso. Le quote di partecipazione versate dagli albergatori non saranno più basate sui criteri attuali ma sui servizi che il Consorzio garantirà, che verranno migliorati e potenziati.

«Non essendosi definito un fronte unanime e un’opinione omogenea tra gli addetti del settore turistico, il Consorzio si è fatto portatore di un’opera di mediazione volta ad attenuare il peso dell’imposta (1 euro per gli hotel a 2 e 3 stelle, 80 centesimi gli altri, ndr)», spiega il presidente Paolo Pais, «un intervento che proseguirà in vista della stagione invernale prossima, con il Consorzio che porterà avanti le richieste dei propri associati, cercando di ridurre il peso della tassa o trovando delle modalità compensative per chi tiene aperta la propria struttura anche nei mesi più difficili. Inoltre, ci si è mossi i finora affinché il Comune garantisca il totale reinvestimento del gettito dell’imposta nel settore turistico: ad aumentare sarà in particolare il budget a disposizione del Consorzio per realizzare attività di promozione e vendita del prodotto, come da statuto».

«A questo proposito», aggiunge il vicepresidente Lorenzo Caldart, «si rende fondamentale a questo punto la partecipazione trasversale di tutti i settori economici alla crescita del turismo: la richiesta di nuove adesioni, seguita alle tazioni di sensibilizzazione intraprese dal Consorzio in questi ultimi mesi, sembra poter segnare il punto di svolta nella presa di coscienza complessiva su quella che è l’importanza strategica del settore».

«Inizialmente ero contrario all’introduzione di una tassa di soggiorno», spiega Andrea De Filippo Roia, proprietario dell’hotel Juventus, «perché non mi pare giusto tassare chi viene in vacanza; ma adesso, viste le cifre tutto sommato ragionevoli, sono più tranquillo.Capisco che la situazione non è facile e che il turismo deve essere implementato. Quello che m’infastidisce è che vengano colpiti soltanto gli alberghi, quando molte altre persone vivono grazie al turismo».

«Sono contrario, soprattutto visto il contesto economico in cui ci troviamo», dichiara Roberto Pais Bianco, proprietario dell’hotel Serena, «visti gli aumenti che ci sono stati per i generi di prima necessità per gli alberghi dovremmo aumentare le tariffe di 4, 5 euro; ma se così fosse perderemmo i clienti. Aumenteremo di un euro, che coprirà la tassa, ma non porterà benefici diretti ai conti della struttura».

A preoccupare gli albergatori auronzani soprattutto la stagione invernale quando, specie con i gruppi stranieri, si deve mercanteggiare sul singolo euro e quando i costi di gestione aumentano.

«Siamo in imbarazzo nei confronti dei nostri clienti che hanno prenotato da tempo e ai quali dovremo chiedere una tassa che non si aspettano», commentano i fratelli Larese Filon, proprietari dell’hotel Panoramic. Un’altra problematica sottolineata dagli albergatori è che a venir maggiormente danneggiate saranno le persone che si fermeranno meno di cinque giorni, visto che la tassa sarà applicata soltanto nei primi cinque giorni. E di questi tempi sono molti i turisti mordi e fuggi, quelli che si fermano per il fine settimana, sui quali graverà totalmente l’imposta.

Laura Bergamin

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