Il welfare dell’Asca diventa caso di studio e può essere esportato

Il sistema di welfare varato dall’Azienda speciale consortile agordina-Asca desta interesse nel settore e potrebbe fare scuola. Lo dimostra l’articolo apparso ieri sulla rivista specializzata Percorsi di secondo welfare, scritto dal ricercatore Valentino Santoni. Percorsi di secondo welfare è un laboratorio di ricerca nato nel 2011 su iniziativa del centro di ricerca Luigi Einaudi di Torino in collaborazione con l’università di Milano e il Corriere della Sera.
«Il nostro progetto», si legge sul sito della rivista, «si propone di ampliare e diffondere il dibattito sul secondo welfare in Italia studiando, approfondendo e raccontando dinamiche ed esperienze capaci di coniugare il ridimensionamento della spesa pubblica con la tutela dei nuovi rischi sociali, in particolare attraverso il coinvolgimento crescente di attori privati e del terzo settore».
Per “secondo welfare” s’intende un mix di protezioni e investimenti sociali a finanziamento non pubblico, forniti da una vasta gamma di attori economici e sociali collegati in reti caratterizzate dal forte ancoraggio territoriale, ma aperte al confronto e alle collaborazioni trans-locali, che vanno progressivamente affiancandosi al primo welfare di natura pubblica e obbligatoria.
Sotto la lente della rivista è finita anche l’iniziativa di Asca (e della Servizi alla persona di Longarone Zoldo) che per il 2018 e 2019 ha messo a bilancio oltre 400 mila euro da assegnare ai lavoratori come premio welfare annuale.
Un’attenzione che è piaciuta a Mariachiara Santin, amministratore unico dell’azienda che gestisce dal 2017 la Rsa di Agordo. «La rivista specializzata ha voluto approfondire quello che abbiamo messo in atto per favorire e sviluppare al meglio i servizi tramite la valorizzazione del personale e l’introduzione del sistema welfare».
A novembre, dopo la firma dell’accordo con i sindacati, Gino Comacchio della Cisl-Fp aveva sottolineato la novità spiegando come fosse la prima volta che in una casa di riposo si assegnava un premio di 2 mila euro ai lavoratori. Santin ha apprezzato che l’esperienza di Asca abbia destato lo stupore del ricercatore. «Ha dimostrato grande interesse per il nostro progetto che si cala nel contesto specifico di un territorio», commenta l’amministratore unico di Asca», e per il fatto che abbiamo correlato la valutazione col risultato economico: chi lavora bene viene premiato e si porterà a casa maggiori risultati anche dal punto di vista delle risorse».
«Per Valentino Santoni», conclude Santin, «il nostro modello potrebbe essere esportabile anche in altre aziende del settore perché ancora quelli pubblici non hanno introdotto sistemi di questo tipo». —
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